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I batteri che inchiodano i criminali

Delinquenti di tutto il mondo tremate! Una sensazionale scoperta scientifica proveniente dagli Stati Uniti promette vita dura per i malviventi del terzo millennio. Le possibilità di farla franca in seguito ad un delitto si riducono drasticamente grazie ad un brillante studio diretto dal dottor Noah Fierer dell’Università del Colorado che rivela una via innovativa per rilevare le tracce di un malvivente, anche in assenza di annessi cutanei o di liquido biologico sulla scena del crimine. Niente più drammi per gli investigatori in caso di mancanza di sangue, saliva o capelli: la soluzione all’enigma la offrono i batteri. E’ stato infatti scoperto che sulle mani di ciascun essere umano proliferano 150 specie differenti di batteri, di cui il 13% costituisce un assortimento univoco dell’individuo, perfino tra i gemelli identici. Analizzando il Dna di tali colonie è pertanto possibile inchiodare l’autore di un delitto, anche se risulta impossibile effettuare direttamente il test del suo patrimonio genetico. In base a quanto riportato dalla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze ‘PNAS’ si apprende che le tracce di questi microbi resistono per due settimane sulle superfici di contatto. Gli esami di laboratorio eseguiti su due gruppi di volontari hanno rivelato un’elevata attendibilità della tecnica, difatti è risultato possibile abbinare gli oggetti al soggetto che li aveva toccati secondo una percentuale di successo compresa tra il 70% ed il 90%. Notevole la soddisfazione espressa dagli esperti che sottolineano l’utilità della procedura per tutti quei casi in cui sul luogo del delitto manchino indizi biologici capaci di ricondurre ad un colpevole.

Andrea Bonfiglio