I Catanesi su Catania – Parte terza
L’ultima parte della nostra inchiesta su come i catanesi percepiscono la loro città ci porta a indagare tra gli anziani, dai 65 anni in su, negli ormai abituali quartieri di Librino e del Centro. Questa volta non abbiamo notato particolari differenze nelle risposte tra periferia e zona centrale, con una palese preoccupazione per la sicurezza delle strade delle città. Non è tanto la delinquenza o la possibilità di scippi, quanto l’impossibilità di camminare dopo un certo orario in alcune strade della città, per timore di incappare in gruppi di ragazzi propensi a dar fastidio. «Non si tratta nemmeno della sera ormai, adesso pure di pomeriggio bisogna preoccuparsi», ci dice il proprietario di una tabaccheria in Via Etnea, che continua lamentandosi che ormai «più sono ragazzini, e più c’è da preoccuparsi». Questo timore, che spesso sfocia nel fastidio, verso la gioventù catanese è condivisa da molti degli anziani intervistati. In questo senso è ben vista la presenza delle pattuglie della polizia in alcune vie del centro («ma basta girare l’angolo, loro nemmeno si avvicinano ad alcune zone», ci dicono degli anziani seduti su una panchina di Villa Pacini), anche se ormai nemmeno passeggiare in via Etnea il sabato pomeriggio è percepito come una cosa piacevole da fare.
Certamente non sono mancate le lamentele su problemi organizzativi della città, soprattutto per quel che riguarda l’efficienza dei mezzi pubblici (intervistare anziani che attendono a una fermata dell’autobus ha portato inevitabilmente ad ascoltare feroci anatemi contro la dirigenza dell’AMT), ma ciò che ci ha colpiti maggiormente è stato proprio questo disagio verso il tessuto sociale della città, visto come inadatto all’integrazione degli anziani. Scarsa assistenza e pochi luoghi di ritrovo sono gli altri problemi che affliggono le persone della terza età, e che abitino in Corso Italia o a Librino pare cambiare poco per una fascia di popolazione che vede Catania come pericolosa e poco accogliente.
Tomas Mascali