Pubblicato il: 27 Novembre, 2009

I fan di Totò Riina su Facebook

facebookI fan  gli hanno creato la pagina dove lo ammirano.

x ki vuole ke Totò Rina diventi ministro della pubblica difesa” così è denominata la pagina che si trova all’interno del più famoso social network del momento: Facebook. Chiunque, digitando sul motore di ricerca “Totò Rina”, può trovare la pagina a lui dedicata con messaggi e commenti. Si potrebbe pensare che ci siano pochi fan o nessuno mentre, in realtà, vanta circa 108 membri tra cui molti giovani. Visitandone la pagina, salta agli occhi un commento lasciato dai fan di Falcone e Borsellino: “non vi vergognate nemmeno un po’? ma nemmeno un po’? fate schifo” e “ma quanto si può essere rincoglioniti !?!?!?!?!”. Come biasimarli. Lo scopo di Facebook non era certo questo. Se lo scopo iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo, con il passare del tempo si è trasformato in  una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di internet. Un modo più semplice per re-incontrare vecchi amici, parenti all’estero e scoprire dove il proprio cognome sia andato a finire. E invece? Cosa è successo al buon fine di Facebook? Nelle mani sbagliate viene calpestato e cestinato. Con tutto il rispetto per la libertà di pensiero e di parola, esiste un limite all’indecenza. Il dolore che ha colpito non solo le vittime di mafia ma anche l’intera nazione deve essere rispettato senza nemmeno discuterne. Ma dove si andrà a finire se un simile comportamento non viene corretto o regolamentato? Si troveranno anche pagine dedicate ai pedofili o ai killer? Ciò che spaventa di più è il fatto che ci siano tutt’ora dei giovani iscritti e che sostengano le idee di Totò Rina. Dei giovani. Cioè il futuro del nostro paese. Anche se Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, non si sarebbe di certo aspettato un simile utilizzo del suo social network, un invito gli viene rivolto: che si regolarizzi in modo molto più severo la creazione di determinate pagine nel rispetto della dignità. E al più presto.

Caterina Tipa

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