I limiti del miglioramento estetico
Il vocabolario della nostra epoca si arricchisce inevitabilmente di termini nuovi che riflettono una filosofia di vita volta al piacere, all’apparire piuttosto che all’essere. Non è retorica, ma pura realtà; una realtà dove è l’esteta che prende il soppravvento sul resto. Per definizione l’esteta è colui che ricerca il prezioso ed il raffinato, ma tale ricerca trova un limite? Entro quali confini si può spingere? Fino a che punto si può desiderare il piacere assoluto? Ed è a questo proposito che si estrinseca il rapporto tra estetica ed etica.
L’uomo può modificare se stesso attraverso una serie di strumenti ormai diffusi su larga scala, ma sono strumenti che pongono la nascita di gravi quesiti morali. È necessaria molta attenzione e cautela nell’affrontare un argomento tanto delicato: chiunque difenda i diritti dell’uomo, chiunque abbia rispetto per la natura umana e per le sue leggi sa che oltre determinati limiti non ci si può spingere. Quando la chirurgia estetica interviene per restituire integrità ad un corpo distrutto da un incidente, questa è da ritenersi un’opportunità straordinaria offerta all’uomo dalla scienza medica. Volti sfigurati da un incendio, da un disastro qualsiasi che devia la persona minando la sua identità, possono essere restituiti integralmente ridando dignità e piacere a chi è stato sventuratamente offeso. Sono circostanze, dunque, in cui la chirurgia estetica interviene con vantaggi evidenti.
Diversa è la situazione e la discussione nel caso in cui si dovesse intervenire sul proprio corpo per un miglioramento estetico assolutamente fine a se stesso, con l’obiettivo di anelare all’identificazione con il bello e conservare questa condizione per sempre. Ciò accade perché non si accetta lo scorrere del tempo con i conseguenti ed inevitabili segni della vecchiaia che avanza: ed ecco che ci troviamo invasi da pelli tirate meglio di quelle di un tamburo, labbra gonfiate a dismisura, seni perfetti. Due assunzioni fondamentali sottintendono quest’aspirazione al miglioramento estetico continuo e costante: la prima è che con la giusta combinazione di alimentazione ed esercizio ognuno può diventare fisicamente perfetto; la seconda è che avere un corpo perfetto rende la vita molto più facile. Peccato, però, che numerose ricerche abbiano dimostrato che ci sono diverse variabili biologiche e genetiche che influenzano le forme corporee e che, inoltre, l’esser fisicamente attraente porta sì numerosi vantaggi, ma ha anche molte ripercussioni negative. Ecco dunque che l’estetica diventa un tema serio da affrontare: perché il problema è la sua percezione e il condizionamento della vita di ognuno di noi. Allora diventa necessario ridurne l’uso sfrenato e incontrollato entro determinati recinti perché se non viene utilizzata nell’osservazione di precisi limiti, essa diventa eticamente condannabile.
Massimiliano Mogavero