I volti dell’immigrazione – Hatem
Hatem è un vecchio amico, conosciuto in chat come tanti altri, ma come pochi ha resistito al tempo virtuale che ogni cosa sembra consumare. Ha 25 anni, è tunisino ma ha la fortuna di avere il doppio passaporto tunisino – belga. L’ho sentito rassegnato mentre abitava a Tunisi, desideroso di andare via e guadare qualcosa, disperato e disoccupato in Italia, e finalmente sereno in Belgio.
Quando sei arrivato in Italia la prima volta?
Me la ricordo bene, è stata nel Giugno 2006.
Che genere di lavoro hai fatto?
Ho lavorato per un’azienda agricola specializzata nella raccolta di pomodori a Fiorenzuola, poco lontano da Parma, circa 35 chilometri.
Il tuo salario era proporzionato alle ore di lavoro che svolgevi?
Penso di si. Mi pagavano 8 euro l’ora, come gli altri italiani, ma c’erano dei marocchini con noi che lavoravano per 6 euro l’ora e un indiano a 3 euro.
Com’erano i tuoi rapporti con gli altri italiani?
Erano buoni, forse perché parlavo italiano meglio degli altri lavoratori.
Hai subito degli atti di razzismo?
Non direttamente ma i miei amici si. Soprattutto i marocchini perché la maggior parte di loro è senza un permesso regolare.
Cosa facevi in Tunisia prima di arrivare in Italia?
Studiavo economia e commercio a Tunisi e decisi di visitare l’Italia durante l’estate per guadagnare qualcosa.
Com’è invece stare in Belgio?
Mi trovo abbastanza bene. Sono nel mio secondo paese e quindi non trovo difficoltà ad integrarmi. Adesso sto continuando a studiare e ho vinto una borsa di studio.
Puoi esercitare la tua fede musulmana in Belgio o incontri ostacoli?
No nessun ostacolo. Qui a Mons, dove abito, c’è una moschea, ma a Bruxelles penso che ci siano più moschee che chiese! Ci sono moltissimi marocchini e durante il Ramadan mi sentivo a Casablanca altro che Belgio!
Pensi che ci siano delle differenze tra Belgio e Italia?
Si. Trovo che il Belgio sia organizzato meglio dell’Italia soprattutto per quanto concerne la sicurezza sociale e il rispetto dei diritti dell’uomo.
Senti che lì le persone ti trattano come un tunisino o come belga?
Qui in Belgio un quarto della popolazione è straniera. Quindi non ci sono problemi. Per loro sono belga.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Aiutare il mio paese a crescere e svilupparsi per garantire alle generazioni future una vita migliore così da non costringerli ad andarsene e lasciare il loro paese.
Adesso Hatem può finalmente realizzare il suo sogno: studiare e trovare un buon lavoro, rendere orgogliosi i suoi genitori. Ma purtroppo non è stata l’Italia a dargli una chance. Come lui tanti altri fanno le valigie e ci lasciano, sempre più vecchi e più soli. E ad andare sono gli Hatem, gli Hasan, e tanti altri onesti lavoratori. Non c’è molto da stare allegri, cari italiani.
Giuseppina Cuccia