Il futuro del quotidiano: cartaceo o virtuale ?
Venerdì 30 gennaio alle ore 17:00, nella sala conferenze del settecentesco edificio dell’ex chiesa di San Michele Minore a Catania, l’associazione culturale Sebastiano Addamo ha indetto una conferenza riguardante ” Il percorso della notizia dall’araldo ad internet attraverso il quotidiano “. Tre i relatori invitati, Piero Maenza, Responsabile di Rai 3 nella sede di Catania, Elvira Seminara, Giornalista e Docente di Storia e Tecnica del giornalismo presso la facoltà di Scienze della Comunicazione di Catania e Domenico Tempio, Vice Direttore del quotidiano ” La Sicilia ” , coordinati da Franco Nicastro, Presidente Regionale dell’Ordine dei Giornalisti. Nella sua introduzione il Presidente Nicastro ha fatto notare che la crisi economica globale sta toccando anche il mondo giornalistico, riportando cifre allarmanti come il calo delle vendite del 3,4 % del New York Time e gli annunciati licenziamenti di giornali europei come il Financial Time e Le Monde. Nicastro ha poi illustrato la situazione italiana, dove, i giornali si difendono servendosi di una diffusione ” drogata ” che consiste nel distribuire copie omaggio, e dimezzando le redazioni, un esempio eclatante è quello del Giornale di Sicilia dove sono in atto ben 13 prelicenziamenti senza sostituzione.
Nella nostra nazione il quotidiano è stato da sempre una sorta di manifesto, la crisi economica e soprattutto la presenza ormai sempre più pregnante dei giornali online ci porta a pensare ad una ” morte ” del quotidiano che la professoressa Elvira Seminara ha datato intorno al 2012 l’ultima copia dei giornali a stampa, si prospetterà un futuro diverso per l’informazione, ma sarà difficile rinunciare a quel rapporto fisico che ogni lettore istaura con il quotidiano. Nel suo intervento Elvira Seminara afferma di non essere così spaventata dalle nuove tecnologie, ma bensì considera queste come uno sprono per i cosiddetti ” Vecchi media “. Ogni giorno le persone diventano fruitori di innumerevoli notizie, tramite internet, la televisione e i giornali si è vittime di un vero bombardamento, la dieta mediatica viene così spalmata lungo l’arco di tutta la giornata con un susseguirsi di informazioni, per questo la funzione del giornalista, del mediatore della notizia, diventa fondamentale. Su internet la fisiologia della notizia cambia, le informazioni non devono essere verificate, c’è un rapporto costante e continuo di durata tra produttore e consumatore, ormai siamo nell’era della parola e il giornale serve proprio a questo a dare attendibilità, e ad approfondire la notizia, esso diventa, come sostiene la Seminara, uno scrigno di emozioni un veicolo anche sensoriale. Di notevole importanza è il quotidiano locale che si fa garante di identità, memoria del territorio, creando dei punti di riferimento dentro questa società liquida che ci sovrasta.
Pietro Maenza si sofferma sulla forte componente comunicativa dei giornali, essi entrano dentro un organizzazione industriale, le informazioni sono all’interno di un processo per il quale produrre su internet non è particolarmente costoso quindi si fa più facilmente notizia. Maenza spiega infine che per salvare i quotidiani bisogna puntare sui servizi d’informazione dando alla gente la possibilità di parlare , il giornalista deve avere come obbiettivo il bene comune e creare una certa fiducia con il pubblico.
L’ultimo a prendere parola è Domenico Tempio, il quale non vede un futuro roseo per i quotidiani perché nota che i giovani sono più propensi verso internet. Spiega, poi, l’importanza dei giornali locali, vera anima di una città, che tramite redazioni dislocate nel territorio cercano di creare un contatto diretto tra i cronisti e la realtà di cui si occupano. I giornali locali a differenza di quelli a tiratura nazionale riescono a mantenere un rapporto con la cittadinanza anche se al loro interno si trovano notizie nazionali, poiché garantiscono al lettore una finestra aperta sulla realtà. Infine Tempio tratta l’argomento della pubblicità,che con i suoi finanziamenti è di fondamentale importanza per la vita e per la libertà dei quotidiani. Alla fine della conferenza si lascia spazio per un ultimo intervento fatto da Domenico Ciancio e per alcune domande del pubblico; ma è sempre bene ricordare che, come afferma in ultima battuta Elvira Seminara, ogni cambiamento rappresenta un’ evoluzione.
Agnese Maugeri