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Il tesoro nascosto a Roma

Roma durante le festività di Natale si fa ancora più bella, vestita delle luci natalizie e vibrante di un’atmosfera d’attesa che si placherà solo la notte del 24 dicembre. E poi ovviamente ci sono le visite ai Fori Imperiali, la salita fino al terzo anello del Colosseo, le passeggiate al centro storico, la scoperta dei musei vaticani e chi più ne ha più ne metta. Se ancora non siete convinti che tutto ciò valga fuor di ogni dubbio un viaggio nella Capitale, da qualche anno si è aggiunta a queste una nuova meraviglia che lascia davvero senza fiato chi la scopre per la prima volta: si tratta del complesso di domus romane rinvenute nei sotterranei di Palazzo Valentini.

Nel sottosuolo della sede della Provincia di Roma nel 2006, nel corso di alcuni lavori, sono stati infatti riportati alla luce i resti di numerose domus patrizie di età imperiale, probabilmente appartenenti a personaggi di spicco dell’epoca, forse senatori, e riccamente adornate di mosaici di rara bellezza, pavimenti policromi ben conservati e pitture parietali dai colori vivaci.

Lascia davvero senza fiato passeggiare per le stanze di questo tesoro nascosto, soprattutto grazie alla straordinaria opera di valorizzazione che è stata ideata per riportare letteralmente in vita questo percorso nella Roma antica. Il visitatore, infatti, accedendo ai locali del complesso archeologico si trova di fronte ad un restauro fuori del comune, fatto di pavimenti e impalcature in vetro e acciaio, sopraelevati rispetto agli scavi, che nulla tolgono allo splendore delle domus e che anzi ne rendono visibile ogni centimetro, ogni angolo, ogni parete.

A ciò ci aggiunge un “restauro” fatto di giochi di luce, effetti sonori e proiezioni che aiuta il visitatore a ricostruire l’antica bellezza di quel luogo senza intervenire fisicamente su di esso. Laddove, per esempio, i mosaici o le decorazioni parietali sono incomplete, luci e proiettori ricostruiscono sotto gli occhi stupiti del visitatore le parti mancanti, dando vita alla ricostruzione virtuale di un motivo, una raffigurazione o una decorazione murale altrimenti perduta.

Grazie alla tecnologia dunque il visitatore vede ricostruire intorno a sé la domus nella sua interezza, riscoprendo colonne e scale perdute, balconi e peristili crollati, giardini o cortili soffocati dalla terra, porte e archi la cui presenza è ormai testimoniata soltanto da qualche muro o pietra.

Le domus romane di Palazzo Valentini non costituiscono un complesso archeologico semplice, poiché presentano una stratificazione di epoche diverse, fra loro anche molto lontane. Resti di mura e pavimentazioni di età medievale hanno spesso distrutto, interrotto o coperto i resti di epoca imperiale, alterando così l’architettura delle domus. Grazie tuttavia alla realtà virtuale e ai mezzi multimediali che la tecnologia mette oggi a disposizione dell’archeologia, la querelle se sia giusto eliminare i resti successivi per riportare alla luce quelli più antichi non ha motivo di esistere. E’ possibile infatti assistere alla ricostruzione virtuale del sito antico senza che sia necessario alterare la realtà stratificatasi su di esso nei secoli.

Ultimo tocco di genio, oserei dire, la voce di Piero Angela. Il più noto e apprezzato uomo di cultura del nostro tempo, la cui voce morbida e pacata è familiare a tutti, accompagna i visitatori lungo il percorso di scoperta archeologica, illustrandone le meraviglie e fornendo spiegazioni man mano che le ricostruzioni multimediali prendono vita dal buio. Al suo fianco, per la realizzazione del progetto di valorizzazione così realizzata, hanno lavorato anche grandi tecnici ed esperti del settore quali Paco Lanciano e Gaetano Capasso.

Un percorso unico e suggestivo, dunque, quello nei sotterranei di Palazzo Valentini, che ricostruisce un tassello della topografia antica e medioevale di Roma, circondando il visitatore di una realtà anticamente perduta, oggi riportata in vita dalla moderna tecnologia.
Per poter avere un assaggio di tutto questo o anche per maggiori informazioni circa le modalità della visita è sufficiente un clik al sito [1].
Buona scoperta!

Giulia Segnalini