In Italia sempre meno gli studenti lavoratori
Studio e lavoro? Un binomio che sembra in via d’estinzione in Italia: rispetto al passato, infatti, è sempre più raro trovare lavoratori in grado di coniugare le tempistiche universitarie a quelle professionali. E quando le due finiscono inesorabilmente per cozzare, ecco che svanisce il sogno di poter continuare a lavorare e al tempo stesso avere l’occasione di aggiornarsi e di migliorare il proprio livello di competenze, conseguendo un titolo di studio importantissimo come la laurea. E questo è un problema che tocca in Sicilia le sue vette più esasperanti.
Sempre meno studenti lavoratori in Italia
Stando alle ricerche comunicate dall’Istat, in Italia gli studenti lavoratori sono sempre meno: parliamo di un preoccupante calo del -51% negli ultimi 10 anni, con picchi molto elevati soprattutto nelle regioni del Sud come la Sicilia, anche per via dell’aumento del tasso di disoccupazione giovanile, che vede la presenza di un numero sempre maggiore di NEET. I motivi del calo del numero degli studenti lavoratori sono abbastanza comprensibili: non si tratta di una scelta, ma di un obbligo dovuto all’impossibilità di coniugare gli orari di frequenza dell’università con quelli relativi alla propria professione. Eppure, è troppo presto per gettare la spugna.
Studio e lavoro: come farli convivere?
È possibile far convivere lo studio all’università con il lavoro? La risposta è sì. Merito, in questo senso, degli atenei telematici oramai diffusi in tutte le città dello Stivale, che consente agli studenti di seguire le lezioni da casa sfruttando Internet e le videoregistrazioni, con l’obbligo di andare in sede solo per sostenere gli esami. In questo modo, le ore di studio possono essere personalizzate e dunque separate dalle ore lavorative, magari dedicando alle prime solo le ore serali o addirittura notturne. Nel territorio siciliano, è possibile iscriversi all’università privata di Palermo Unicusano. Grazie a questa soluzione, i lavoratori hanno l’opportunità di tornare a studiare per aggiornarsi e per poter mirare al raggiungimento di una posizione lavorativa migliore, con stipendi più soddisfacenti.
Studiare per lavorare: le facoltà migliori
La laurea ha un’importanza cruciale, soprattutto quando si tratta di tracciare quel percorso didattico in grado di aumentare le proprie competenze in un determinato settore: ed ecco che la missione è quella di scegliere una facoltà che possa poi garantire al neo-laureato un numero interessante di sbocchi professionali sul mercato del lavoro. In questo senso, noi consigliamo facoltà come ingegneria: sia per quanto concerne il comparto IT, sia per quanto riguarda la produzione di software e la sicurezza informatica legata ad esempio alla realizzazione di piattaforme cloud. Da non sottovalutare poi facoltà evergreen come giurisprudenza ed economia (meglio se con indirizzo internazionale), così come psicologia, che vede una quantità di sbocchi lavorativi davvero straordinaria. Infine, il marketing: un settore attualmente ricco di opportunità presso le aziende.
Monica Fabrizi