Incubi di china
È un progetto editoriale autoprodotto: favole nere vietate ai bambini. Domenico Cosentino e Anna Giordano, hanno creato una pagina su Facebook per trovare scrittori, o presunti tali, disposti a portare avanti quest’idea. I racconti devono essere noir, splatter, horror: un’iniziativa per bambini ormai grandi, cresciuti con il trauma delle favole. Saranno più espliciti i protagonisti di Incubi di china: Domenico e Anna, il primo scrittore, la seconda disegnatrice.
Com’è nata l’idea?
Domenico: L’idea covava in noi da molto tempo, purtroppo le case editrici conducono una politica poco corretta, così i disegni e le storie assurde non vengono considerate perché non vendono, ma dimenticano che l’arte non è un business. L’idea è di raccogliere altre persone che invieranno racconti pulp, racconti di incubi e di paure e, dopo una selezione, sceglieremo quindici valenti cantastorie. Anna produrrà per ogni racconto selezionato un disegno, unico. Il libro sarà autoprodotto tramite Lulu, il sito di book on demand.
Dunque, di cosa si tratta?
Anna: Incubi di china vuole democratizzare la scrittura, vuole rendere libero l’autore di dire “questo è un mio libro” senza aver dovuto dare in vendita anche i reni a qualche esoso editore. Decideremo noi dove finiranno i nostri libri. Sicuramente, non in un supermarket del libro: in un luogo dove il libro non è amato, ma diventa un prodotto di consumo.
Favole vietate ai bambini, che vuol dire? I bambini non potranno leggerle?
Domenico: Favole vietate ai bambini è uno slogan. Le persone che apriranno questo libro non dovranno aspettarsi i soliti happy ending sdolcinati.
Anna: Le fiabe spesso sono un modo per esorcizzare le paure dei bambini, forse per questo abbiamo pensato di definire così questi racconti. Dopo tutto anche queste saranno storie di fantasia, cambierà solo il linguaggio! Probabilmente i miei personaggi non sono sorridenti e colorati come un nano di Biancaneve, sono degli esseri un po’ tetri, un po’ mostruosi … Ma i bambini, ho avuto modo di notare, ne restano spesso incuriositi, loro non hanno certe barriere mentali, e i mostri, in realtà non li spaventano. Siamo noi a dire loro che esiste il male, siamo noi ad averne paura.
Cosa pensate a proposito della Disney?
Domenico: La Disney? E cos’è la Disney?
Anna: La Disney ha rovinato intere generazioni, soprattutto noi donne: ci ha convinte che la massima aspirazione è avere un principe; ci ha mostrato una vita rosea, poco reale. E allo stesso tempo ha seminato il panico, con storie tristi (io non ho mai voluto vedere Dumbo) e dalla morale facile (vedi Pinocchio e “Lucifero” – un nome a caso – nel paradiso dei balocchi, o Il grillo parlante, la morale cattolica si spreca). Per i bambini ci vorrebbero storie diverse, che possano aprire la mente alla fantasia, come quelle di Rodari, o che trasmettano valori, messaggi validi; per questo amo le fiabe africane, che tutti dovrebbero leggere.
Come state pubblicizzando la vostra idea?
Domenico: Per il momento il progetto lo stiamo esponendo su Facebook che è un’ottima vetrina e, sul mio sito personale, www.domenicocosentino.it. Spero che se ne parli, che sia il primo di tanti progetti.
Elena Minissale