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Intervista al preside Nunzio Famoso: “resistere, resistere, resistere”

Oggi 7 Maggio, poco prima dell’inizio dell’assemblea degli studenti in programma alle 9.00 nell’aula A1 dell’ex monastero dei Benedettini, abbiamo incontrato il Preside della facoltà di Lingue e Letterature straniere di Catania, il prof. Nunzio Famoso, decisamente preoccupato per gli studenti, il personale tecnico amministrativo e i docenti. In ballo c’è il futuro di circa 8000 persone.

– Preside qual è la situazione oggi rispetto alla prima assemblea convocata giorno 5 Maggio?

La situazione è ancora incerta. Non sono arrivate nel frattempo smentite o conferme ufficiali da parte di nessuno. Aspettiamo di sapere cosa si deciderà nei piani alti, durante le riunioni di giorno 17 e 18 Maggio indette dal Rettore. La prima è riservata ai soli senatori accademici e al Consiglio d’Amministrazione, mentre la seconda è aperta a tutti. Ovviamente non sono stato invitato come preside della facoltà di cui si sta decidendo la sorte.

– Come mai, visto che si stava lavorando su questa strada, è venuta a galla solo adesso la notizia di un possibile trasferimento di Lingue?

Non saprei. So solo che fin dall’inizio la notizia è stata data in modo informale e non c’è niente di certo, dicono. Si dice addirittura che il trasferimento di Lingue è stato deciso dal Ministero, ma sappiamo che non è così. Inoltre è arrivata la smentita del  Ministro Prestigiacomo, che ha affermato di non sapere niente dell’affaire, cosa che invece non ha fatto il Rettore Recca. Oggi dice…, domani disdice.

– Come stanno rispondendo i suoi colleghi e la cittadinanza alla mobilitazione?

Ho ricevuto moltissima solidarietà da parte di tutti, politici, sigle sindacali, studenti di altre facoltà. Sto cercando di coinvolgere anche il sindaco Stancanelli e il Presidente della Provincia perché credo sia anche un loro interesse non far trasferire la facoltà di Lingue. Da parte di qualche collega mi sarei aspettato di più, ma così non è stato. Tuttavia non mi va di polemizzare.

– E per quanto riguarda i suoi studenti, il personale tecnico-amministrativo, docenti e ricercatori?

In facoltà c’è una linea di compattezza estrema. C’è in gioco il futuro di circa 8000 persone tra studenti, personale tecnico-amministrativo (la maggior parte del quale andrà a casa se venisse approvato il trasferimento di Lingue), docenti e ricercatori, agguerriti e pronti a resistere, resistere, resistere.

– L’on. Mauro (presidente del consorzio universitario ibleo) ha affermato in un’intervista che Ragusa ha locali molto più belli dei Benedettini. Cosa vorrebbe rispondergli?

Che questa strada non porta a niente. Stiamo facendo la guerra dei poveri. Non capisco perché si sono impuntati con la facoltà di Lingue e perché, se si dovesse costituire il quarto polo, non potrebbero creare ex-novo un’altra facoltà. Come disse Arafat “due territori e due patrie” quindi perché non fare “due territori e due facoltà”? C’è anzi bisogno di offerta formativa perché gli iscritti sono tantissimi e c’è spazio per tutti.

– Se la facoltà di Lingue dovesse essere trasferita a Ragusa non si potrà attivare nessun corso di lingue a Catania. Questo ha chiesto ieri il vice presidente del Consorzio Ibleo, Battaglia, durante il programma “Ring” in onda su VR. Cosa ne pensa?

Che è una stupidaggine perché la legge Gelmini permette ai dipartimenti di erogare profili formativi e quindi attivare i  corsi. Spero di chiamare sia Battaglia che Mauro e spiegarglielo e fargli capire che, secondo me, non è questa la strada da intraprendere per creare una università.

– Sempre durante la trasmissione di ieri su VR si è parlato della facoltà di Agraria e Recca ha affermato che, parlando con l’on. Mauro, tempo fa, gli disse che per il territorio ragusano sarebbe stata più azzeccata la scelta di tenere agraria, ma essendoci pochi iscritti la soluzione non fu presa in considerazione.

Si anch’io lo proposi a Mauro e la risposta fu “agraria ha quattro iscritti”. Questo conferma le manovre che stanno muovendo la questione.

– Non le sembra alquanto strano che, se Lingue dovesse partire a Ragusa nell’anno accademico 2010-2011 verranno sospesi gli effetti del D.M. 270 che prevede i requisiti minimi d’accesso a tutte le facoltà?

Certo, perché in questo caso ci sarebbe una università come Ragusa senza numero chiuso e Catania con il numero chiuso, quindi si andrebbe a privilegiare Ragusa. Spero che il Rettore intervenga.

– Cosa farete nei prossimi giorni?

Lunedì c’è in programma il consiglio di presidenza e martedì il consiglio di facoltà  a cui ho invitato l’on. Mauro. Vogliamo risposte certe al più presto. Si sta danneggiando l’immagine della facoltà. Non si doveva provocare tutto ciò.


Giuseppina Cuccia