Pubblicato il: 3 Luglio, 2009

Israel National Trail

israel trail«Dovresti fare lo shvil. Per te che cammini sempre sarebbe il massimo», mi disse un settantenne israeliano lungo la via per Santiago. Per la prima volta mi sento un po’ come un vecchio locandiere di porto che narra storie sentite da marinai di ritorno da terre lontane. Già, perché il sentiero israeliano per ora va ad intasare l’ufficio collocamento sogni. Il problema fondamentale è che di questo stupendo percorso di 940km circa che taglia sagittalmente tutto il territorio d’Israele – da Metulla al confine con il Libano ad Eliat sul mar Rosso – nessuno sa niente. Eldorado lunga la via della theina. Una sola pubblicazione, Shvil Israel di Zevi Gilat, e 44 mappe (www.mapa.co.il)  relative ad altrettante tappe in alfabeto ebraico. Ecco, non proprio alla portata di tutti. Aiutati che il ciel t’aiuta, ma il gap linguistico è notevole. Per ora nelle librerie una sola guida di Paolo Giulietti, Indiana Jones nel nome di Jeisì, A piedi a Gerusalemme: 350km di cammino in Terra Santo, ed. Terre di Mezzo. 16 tappe da Acri a Gerusalemme che incrociano qui e là lo shvil. Punto Croce insomma. E il nome è quanto mai adatto dato che questo versione ridotta interessa per lo più luoghi cari alla cristianità. Bello, ma tutto dipende da quello che ti serve. Se sei vegetariano del brasato te ne fai poco. Dello shvil pochi sanno, anche lì in Israele. E’ un percorso pensato per i giovani per far conoscere il loro Paese, si va dal parco naturale, alle tombe di rabbini a luoghi storici. Insomma una sorta di viaggio di formazione che alcuni percorrono a tappe nei fine settimana. Del resto Israele non ha la fama di essere uno Stato enorme. Certo, se si pensa al contenzioso bellico che ci gira attorno viene da rimanere senza parole. Ben organizzato, lontano dalle polveriere sul confine, il percorso vanta un’ampia rete di Kibbutz, campeggi e altri luoghi d’accoglienza. Qualche problema nella zona di Mizpe Ramon nel deserto del Negev per rifornimenti d’acqua e rifugi. Si intende che non vi sembrerà di essere in Liguria dove ogni passo trovate un residence, ma la situazione non è drammatica. La spesa è ridicola, spesso 3€ per dormire e altrettanto per una cena nel kibbutz. Certo l’aragosta l’hanno terminata, ma siamo in una fattoria comunitaria. Ritorniamo al discorso del vegetariano e del brasato. Il resto sono paesaggi incredibili. Vallate. Guadi. Deserti. Testimoniato dal sito ufficiale con spottone incluso www.israelnationaltrail.com. 44 giorni a piedi o 20 in bicicletta. Ovviamente nessuno impone di percorrerlo interamente, si intende. E questo purtroppo è tutto. Vorrei raccontarvi dell’alba a Gerusalemme, dei tramonti nel deserto e di come le acque siano tranquille a Tiberiade, dei colori del mercato a Tel Aviv. Ma questa volta non posso. Nella speranza che qualcuno traduca la guida. Shalom e Mazal Tov. Per i meno pratici, auguri e buona fortuna.

Luca Colnaghi

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