Non basta il sangue che scorre sulle piazze di ogni città o paese, le corone di alloro del Milite ignoto, il 25 aprile di ogni anno. Non bastano neanche le parole del Presidente della Repubblica, le pellicole cinematografiche di qualche film neorealista, né i documentari “luce”. Ancora oggi esiste e si pronuncia la parola fascismo. Essa non è stata abrogata né dalle menti né dagli scritti, non teme il confronto delle coscienze e rimane in piedi per ricordare gli orrori e soprattutto gli errori commessi in passato. Il passato prova a riaffiorare e mischiarsi al futuro come nel peggiore degli incubi? Oppure si tratta delle solite paranoie antifasciste che hanno caratterizzato chiunque subito dopo la caduta del regime? O ancora è puro allarmismo paranoico? I segnali che emergono non sono tranquillizzanti. Molte similitudini sono palesi nel governo attuale e alcuni partiti della coalizione, più di altri, sembrano mostrarsi come il manifesto di un vigore ritrovato e di un rinnovamento dal colore “nero” scuro, seppur la tonalità che ne rappresenta il vessillo è tutt’altro che scura. La prima regola è trovare “un capro espiatorio” per convincere tutti che sia la panacea di ogni problema, che estirparlo alla radice risolva ogni situazione ambigua; spruzzando il tutto con l’arrogante presunzione di essere il popolo migliore. Ogni giorno riaffiora la “caccia allo straniero”. Per il regime lo straniero era l’ebreo, per la “Lega Nord” e la Maggioranza, chiunque approdi nel nostro paese in cerca di un “disperato” rifugio. C’è bisogno dunque di istituzionalizzare l’errore per renderlo diritto. Non passano di certo inosservate le leggi ad personam, i compromessi, le ingerenze della politica nella Magistratura, nel giornalismo, in TV. Tutti inequivocabili testimoni di un ritorno al passato, un riproporre l’antico vestendolo a nuovo, giocando sulla semantica, sulle “battutacce” da cabaret, per poi riproporre lo stesso gioco stantio. Le condizioni storiche dell’Italia sono quelle giuste: un paese allo sbando da prendere per mano, un popolo da offuscare con “panem et circenses”, a cui non dispiace vivere nel mondo delle favole e far finta di credere che tutto vada bene. Gli ingredienti ci sono tutti, basta saperli mescolare e trovare, semmai ce ne fosse bisogno, un pizzico di modernità tanto per non far storcere il naso alle poche menti pensanti ancora in circolazione. Tanto per non scadere nella retorica qui di seguito si traccia un percorso che sottolinea le similitudini tra il regime del Duce e il tentativo di pesudo-assolutismo portato avanti dal Cavaliere:
- Editto Bulgaro Berlusconi sale al potere come Premier nel suo terzo mandato dopo il fallimentare ping pong della sinistra, prima con Prodi, poi con D’Alema e infine con un governo provvisorio che porta il paese alle elezioni. Il primo compito del Cavaliere è stato quello di “tappare” la bocca ai nemici. Così combinare una vera e propria rivoluzione in Rai facendo cacciare Luttazzi, Santoro e infine Biagi, quest’ultimo reo di aver dato la parola ai “nemici del Cavaliere” durante la trasmissione “Il fatto”. Limitazione palese del diritto alla parola e il diritto di stampa sanciti dalla Costituzione. Da qui una serie di dichiarazioni al limite del paradossale dove Berlusconi si sente vittima di complotti e raggiri da parte del mondo giornalistico e della Magistratura rea di essere mossa da fini politici piuttosto che giuridici. Benito Mussolini ottenuta la maggioranza di governo e successivamente la carica di Duce come prima manovra costringe alla chiusura tutte le testate giornalistiche accusate di “remare” contro il governo e quindi contro la stabilità del paese. Scioglie i sindacati e adotta un metodo già visto durante l’Impero Romano e precisamente sotto la guida di Giulio Cesare. Manifesto politico di allora il De Bellum Gallicum, unico scritto di natura informativa a favore dell’Imperatore inteso ad esaltarne le gesta militari. Un esempio lo abbiamo anche oggi con Libero diretto da Vittorio Feltri.
- Leggi ad personam e ingerenza della politica nella sfera giuridica Il lodo Alfano è solo un esempio delle intenzioni di Berlusconi e dell’attuale maggioranza. In un paese in grave crisi di identità, con la disoccupazione ai massimi storici, l’inflazione alle stelle, lo strapotere del clientelismo ai danni della meritocrazia, si sentiva davvero il bisogno di provvedere all’immunità per le maggiori cariche dello Stato? Oppure ci sono degli intenti diversi che tendono alla salvaguardia di uno Status quo che possa agire indisturbato nella promulgazione di leggi che instaurino una qualche sorta di protettorato? L’intera Magistratura è messa sotto assedio da emissari del Governo e dalle parole dello stesso Premier che ormai grida al complotto per ogni soffio di vento. Mussolini durante il regime cancellò la Magistratura attirando a sé qualunque potere decisionale.
- Caccia allo straniero Insurrezioni popolari da tutti i lati, mosse da campagne destabilizzanti di certa stampa, mossi dalla Malavita organizzata e dall’indifferenza del Governo che anzi delle volte si è fatto promotore inconsapevole della “caccia allo straniero”. Impronte digitali per i cittadini rumeni, compresi i bambini, arresto per i clandestini (provvedimento poi bocciato dalla Commissione Europea). Tutto mosso da una serie di luoghi comuni incredibili e dalla necessità di convincersi che prima non esistevano gli stupri, le morti per strada a causa della droga e dell’alcol, delle risse, del traffico di stupefacenti, della prostituzione, dei furti. Delitti e crimini da imputare allo straniero di turno sia esso proveniente dall’Africa, dai paesi dell’est, ecc. Un Governo che tende a sminuire gli atti compiuti da sorte di “squadriglie” neofasciste che manganellano a destra e a manca etichettando il colore della pelle, le differenze di sesso e creando confusione e sovversione. Mussolini appoggiò, nel suo criminale patto con la Germania Nazista di Hitler, le leggi sull’antisemitismo. Vietò agli ebrei ogni tipo di aggregazione, di libero commercio, perfino di frequentare le scuole. Adesso si è quasi impassibili agli atteggiamenti anacronistici della Lega Nord che impone reclutamenti su base regionale (unico caso del pianeta terra), che vuole creare classi separate per i portatori di handicap e per gli extracomunitari.
- Esercito per le stradeNon si aveva un provvedimento del genere dai “Vespri siciliani” degli anni ’90 che fu l’unico caso analogo anche se riguardante una zona del paese piuttosto che tutto il territorio nazionale. Per trovare una situazione simile bisogna tornare proprio agli anni del fascismo, quando nel ’30 Benito Mussolini istituì le Squadre Fasciste per imporre delle vere e proprie ronde e delle spedizioni punitive per i “nemici” del Regime.
- Rafforzamento del potere della Chiesa Cattolica Ultimo ma non certo per importanza non si può trascurare come l’ingerenza del potere Vaticano oggi più di ieri sia presente sulla sfera sociale e istituzionale. Ancora più forte è il rivendicare i celebri “Patti Lateranensi”, del periodo fascista. A parte gli intenti palesi della Chiesa di intervenire sulla legislazione con suggerimenti che hanno il sapore di imposizioni, immancabili i proclami del Santo Pontefice che scoraggia i “buoni” cristiani a votare per leggi contro la morale. Gli insegnanti di religione intoccabili nonostante i forti tagli che verranno imposti dal Decreto Gelmini; la presenza pregnante in ogni decisione del Governo contro omosessuali, eutanasia, dico, procreazione artificiale, clonazione, ecc. Un ritorno al passato molto forte nella collaborazione Governo-Chiesa.
Bisogna leggere questi segnali con occhi lucidi e soprattutto obiettivi. Si possono scegliere diverse strade: far finta di niente oppure cercare la verità, con l’istruzione, scrollandosi di dosso certi pregiudizi, cessando di considerarsi depositari della verità assoluta e soprattutto non sperare che quello che propina la TV sia la Bibbia per le menti pigre e vogliose di essere guidate. Francis Bacon tra il XVI e il XVII secolo, anticipando il metodo di Galileo Galilei, pronunciò una frase memorabile: sapere è potere.
Girolamo Ferlito