Pubblicato il: 7 Settembre, 2009

L’autunno dei precari

precari_no_daySi prevede un autunno all’insegna di proteste e malcontenti quest’anno, gremito di rabbia e determinazione, come dimostrano le manifestazioni che da alcuni giorni si sono svolte nella varie città italiane da parte dei precari dei vari settori dell’istruzione. Il 5 settembre più di 500 precari (tra insegnanti, personale ATA, alcuni studenti, ricercatori e docenti universitari) hanno marciato lungo le vie di Catania  seguendo un percorso che ha avuto inizio davanti agli uffici della Prefettura e si è poi esaurito nei locali del Provveditorato (occupato da giorni dai manifestanti) per dare vita ad un’assemblea. Quello che chiedono i precari è il ritiro dei tagli decretati dalla Gelmini, causa della perdita di una caterva di posti di lavoro. Restare fuori dalle convocazioni per l’anno accademico 2009/2010 o non riuscire ad avere più mesi di supplenza (nel caso di coloro inseriti nelle graduatorie d’istituto) significa non solo non avere più continuità nella professione ma soprattutto aver cancellato ogni possibilità di raggiungimento di una posizione sicura, poiché sono gli anni di servizio e l’esperienza a garantire un futuro tranquillo e sicuro. La manifestazione del 5 settembre ha visto creare alcuni disagi presso gli incroci della città etnea per diversi minuti;  ciò che si propongono i precari è proprio il blocco della città se non verranno ascoltati da chi dovrebbe avere a cuore i problemi del paese e dei suoi cittadini. Quella dei precari è una lotta che riguarda proprio tutti i cittadini, poiché le sorti della scuola e dei suoi protagonisti riguardano anche il futuro di un paese: con pochi insegnanti non si potranno gestire le classi in esubero e ciò determinerà un’avaria della didattica e della sua trasmissione.

I precari non scendono a compromessi insignificanti come quelli dell’indennità, chiedono molto di più: il rispetto della loro formazione e della loro dignità professionale. E questo è solo l’inizio.

Sabina Corsaro

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