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La città verrà distrutta all’alba

In una remota cittadina dell’Iowa, dove la vita sembra trascorrere tranquilla come al solito, accadono strani fenomeni: alcune persone della comunità,infatti, iniziano a diventare estremamente violente, macchiandosi di atroci crimini. Lo sceriffo David, cercando di indagare su questa terribile situazione, scopre che un aereo dello stato è precipitato nella palude vicino la città, contaminandone l’acqua potabile: è probabilmente questa la causa della malattia che colpisce i suoi concittadini. Purtroppo però, il governo è più veloce di lui, e sa già come risolvere la spinosa questione…

Remake dell’omonimo film del famosissimo regista horror George A. Romero (qui nelle vesti di produttore esecutivo), “La città verrà distrutta all’alba” poteva risultare molto interessante negli anni ‘70, quando rappresentò un film originale e precursore del genere. Fino ad oggi sono state realizzate moltissime pellicole con lo stesso tema (persone che impazziscono in seguito a un virus, il tentativo di far sparire ogni traccia di eventuali responsabilità) come “28 giorni dopo, 28 settimane dopo” e “Io sono leggenda”, tanto per citarne alcune, e quindi la trama può risultare scontata  e prevedibile. Ciò nonostante il film è ben realizzato, si entra immediatamente nella corsa contro il tempo e contro la malattia, e  gli “zombie” sono inquietanti e spaventosi al punto giusto. Il terrore non è rappresentato solo dal virus, ma anche dalla cattiveria e  dalla mancanza di pietà di chi dovrebbe aiutare un’intera cittadina vittima di un errore altrui, ma che invece ha interessi più pressanti e importanti rispetto alla vita umana. Il livello di violenza è molto alto e il finale lascia l’amaro in bocca: possono davvero esistere una speranza e una nuova vita, dopo una strage talmente carica di sangue e dolore?

Mariangela Celiberti