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La Costituzione Italiana in chiave umoristica

Ogni qualvolta si giunge in un periodo di referendum si dibatte su come potrebbe essere “sfigurata” la nostra Costituzione varata nel 1948 alla fine del più sanguinoso conflitto mondiale (LA SECONDA GUERRA). Ma vi siete chiesti mai se già questa che abbiamo così com’è sia veramente applicata o sia stata applicata da chi ci governa o ci ha governati? In chiave ironica e consentiteci anche irriverente abbiamo voluto stendere i primi dodici articoli della nostra carta costituzionale nel loro vero significato e come lo Stato italiano applica le norme ad essa relative. Perché in riferimento solo ai primi dodici? Semplicemente per il fatto che trattasi dei principi fondamentali che sono manifesto della nostra cultura, storia e ci proiettano come stato modello di avanzata cultura, nonché vivibilità.

Il testo che seguirà ricalca fedelmente le parole della Costituzione originale ridisegnandone gli aspetti secondo un’interpretazione che pur discostandosi da quella originale è più appropriata alla vita sociale che dobbiamo affrontare ogni giorno. S’invita a chi non conosce il testo originale di dare una “sbirciatina” per poter aver un raffronto più facile.

 

PRINCIPI FONDAMENTALI

 

Art. 1 – L’Italia è una Repubblica anche fin troppo democratica fondata sulla raccomandazione e sulla buona volontà del cittadino che ogni giorno è costretto ad inventarsi un lavoro per portare quattro soldi a casa.

 

La sovranità appartiene a chi ha più soldi ed è più furbo e disonesto, che la esercita come e quando vuole ai danni di chiunque pur di recarne un proprio tornaconto personale.

 

Art. 2 – La Repubblica non garantisce alcun diritto a meno che l’uomo è disposto a pagare profumatamente, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità attraverso forme di usura legalizzata come le banche o caricandosi di imposte e tasse che pagherà in maniera inderogabile solo se non ha la fortuna di essere potente.

 

Art. 3 – Non tutti i cittadini hanno parità e dignità sociale e non sono uguali davanti la legge è bene fare in tal merito alcune distinzioni: Sesso (la donna conta di meno sempre), di razza (se non sei italiano devi essere sfruttato soprattutto dalle associazione a delinquere), di lingua (o parli italiano o ti attacchi al…..), di religione (conta solo e rigorosamente quella cattolica pena la scomunica), di opinioni politiche (valgono solo quando si è in prossimità del voto poi dimenticale), di condizioni personali e sociali (devi essere miliardario, furbo e bastardo se no non hai diritti).

 

Sarà compito della Repubblica non rimuovere ostacoli se non dietro compensi, limitare al massimo ogni tipo di libertà a meno che non sei Paperon de Paperoni, impedire il pieno sviluppo della persona umana e impedire l’effettiva possibilità di lavorare dei più meritevoli a discapito dei raccomandati. Anzi è espressamente richiesto l’esilio verso altri paesi per le menti geniali.

 

Art. 4 – La Repubblica riconosce il diritto al lavoro solo ai raccomandati, a quelli pieni di soldi o figli di papà o “lecchini” di un sistema clientelare. Si accettano persino tangenti e prestazioni sessuali di ogni tipo. Per questo promuove le condizioni che rendano effettive queste situazioni.

 

Ogni cittadino che non ha possibilità di seguire le regole dettate dal suddetto articolo sarà costretto a svolgere il lavoro più umiliante e meno remunerato possibile che concorra al progresso soprattutto materiale del proprio datore di lavoro.

 

Art. 5 – La Repubblica, una e indivisibile (sempre se non passa la devolution) non riconosce affatto nessun tipo di autonomia locale a maggior ragione se si tratta dello Statuto speciale della Sicilia. Anzi in questo caso si adopera ad una legislazione consona alle proprie esigenze e al proprio tornaconto personale.

 

Art. 6 – La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze aristocratiche.

 

Art. 7 – Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani ma solo sulla carta costituzionale.

 

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi che non possono essere modificati in alcun modo nonostante siano stati scritti e accettati durante la dittatura fascista. Questi prevedono che la Chiesa può intervenire su tutti gli aspetti del quotidiano imponendo allo Stato Italiano propri politici all’interno del Parlamento e ammonendo e scoraggiando qualunque tipo di iniziativa scientifica e che tenda a far progredire il paese. Basta dichiarare sempre che si tratta di questioni etiche e morali.

 

Art. 8 – Le confessioni religiose non sono egualmente libere davanti alla legge. Conta sempre e solo la religione cattolica.

 

le confessioni religiose diverse dalla cattolica non hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto contrastano con i principi indissolubili dei Patti lateranensi e il potere supremo della Chiesa.

 

I loro rapporti con lo Stato sono tenuti a stretta sorveglianza dalla Chiesa cattolica e dai suoi vicari.

 

Art. 9 – La Repubblica non è tenuta a tutelare lo sviluppo della cultura in quanto bisogna che i cittadini si procurino autonomamente degli Sponsor e inoltre limita in tutto e per tutto la ricerca scientifica a meno che arriva un ordine diverso dalla Chiesa. Inoltre non tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione Perché non contano un caxxo e non portano soldi.

 

Art. 10 – L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute ma solo perché non ne capisce un caxxo.

 

Per la condizione dello straniero vedi Art. 3.

 

Lo straniero viene indotto a conformarsi al latrocinio, alle raccomandazioni e alle furberie che vigono in Italia.

 

E’ ammessa l’estradizione se lo straniero non si fa sfruttare o se non si attiene al Comma 2.

 

Art. 11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali solo se gli USA non partecipano o iniziano guerre senza senso per il predominio del mondo. In quel caso non contano né la pace né la giustizia ma bensì il fatto di dover puntualmente apparire come un cagnolino al guinzaglio per il fatto di aver perso un’altra stupida guerra (la seconda mondiale) 50 anni fa, sempre perché se l’Italia non si mostra zerbino di potenze militari non è contenta.

 

Art. 12 – La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni almeno fino a lunedì 26 Giugno 2006 quando, in caso di vittoria del “SI” potrebbe diventare tutta verde con il simbolo della “Padania” bianco posto al centro.

 

Spero che nessuno si sia offeso. Indubbiamente si tratta di ironia, sarcasmo o di scherzo se più vi piace……. Anche se si dice che in mezzo lo scherzo si cela sempre un fondo di verità….

GIROLAMO FERLITO