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La situazione di Scienze dei Beni Culturali

Qualche mese fa gli studenti siciliani hanno dovuto prendere atto della decisione del rettore dell’Ateneo catanese di chiudere il corso di Scienze dei Beni Culturali con sede a Siracusa, a causa di gravi problemi economici. Qualcosa però pare essersi mosso per contrastare questa scelta penalizzante e abbiamo parlato con Marco Mastriani, rappresentante degli studenti di questa facoltà e consigliere comunale a Siracusa.

Qual è la situazione attuale del corso di Scienze dei Beni Culturali di Siracusa?

Ad oggi, per l’anno Accademico 2009/2010, a Siracusa, per quanto riguarda il Corso di laurea in Scienze dei beni Culturali sono partiti solo il secondo e terzo anno. Non è stato attivato il primo anno e si sono perse, in media, oltre 250 iscrizioni. Per quanto riguarda i bienni specialistici, il primo anno del Corso di Laurea in Valorizzazione dei Beni Archeologici è partito a Catania, il secondo anno a Siracusa e la stessa situazione si verifica per il Corso di Laurea in Valorizzazione dei Beni Archivistici e Librari. Anche in questo caso si sono persi circa 200 iscritti. Pertanto la situazione è molto frammentaria e anomala.

Che cosa state facendo, sia in qualità di rappresentanti degli studenti che di consiglio comunale, in merito alla situazione?

Come rappresentanti degli studenti, abbiamo organizzato diversi momenti di manifestazione a Siracusa e a Catania, anche in collaborazione con i colleghi universitari di Ragusa.

Abbiamo presentato diverse proposte al Consorzio Universitario “Archimede” e abbiamo mantenuto un rapporto costante con gli enti locali.

In qualità di consigliere comunale, posso dire che negli ultimi nove mesi abbiamo organizzato tre consigli comunali e un consiglio provinciale straordinario, proprio per discutere della problematica università a Siracusa. Oltre ad aver proposto gli ordini del giorno, abbiamo fatto votare all’unanimità un documento in cui si impeganava l’amministrazione comunale ad attivarsi per trovare altre collaborazioni con altri atenei e nel frattempo attivarsi per realizzare uno studio di fattibilità per la nascita del quarto ateneo pubblico in Sicilia.

Proprio in tal senso, siamo riusciti a far inviare a Roma, al Ministero Pubblica Istruzione, Ricerca e Università, in collaborazione con gli enti locali di Ragusa, la richiesta per la nascita del quarto ateneo.

Quali sono le prospettive che auspichi per il futuro?

Mi auguro che per il futuro possa esserci veramente il Quarto Ateneo Pubblico Siciliano (USS: Università Statale Siciliana) e che finalmente il modello università possa essere trainante per l’economia del territorio e si possano sviluppare le tante risorse di cui dispone la provincia di Siracusa. E’ necessario e possibile creare occupazione sviluppando le nostre risorse e magari chiedendo ai nostri deputati regionali e parlamentari nazionali di legiferare in materia, modernizzando gli ambiti di riferimento.

E le prospettive realistiche?

Dal Ministero della Pubblica Istruzione, Ricerca e Università arrivano buoni propositi e ci auguriamo che il sogno di un quarto ateneo pubblico in Sicilia, con Siracusa e Ragusa, si possa avverare. In tal senso, cercheremo in questi giorni conferme e soprattutto non faremo calare l’attenzione sul problema e sull’idea di Siracusa città universitaria.

Tomas Mascali