La solitudine dei numeri primi
Mattia è un ragazzino di sette anni, molto intelligente e sveglio: Michela, sua sorella gemella, invece è mentalmente ritardata. Un giorno, per poter partecipare ad una festa di compleanno senza dover badare a Michela, fonte di vergogna per lui, decide di lasciarla in un parco, dicendole che sarebbe tornato a prenderla. Michela però scompare.
Alice ha sette anni e viene costretta a frequentare la scuola di sci da suo padre, nonostante lei non mostri alcuna propensione e passione per questo sport. Un giorno, su una pista, si stacca dal suo gruppo e cade da un burrone, rimanendo ferita e zoppa.
Le vite di Mattia e Alice rimangono segnate da questi dolorosi avvenimenti e quando i loro destini si incrociano, durante l’adolescenza, non potranno fare a meno di stringere un’amicizia particolare: quel qualcosa che forse somiglia all’amore…
La solitudine nei numeri primi, vincitore del premio Strega 2008 e opera prima di Paolo Giordano, ha riscosso un grosso successo di pubblico, oltre che di critica. L’autore – un giovane fisico- è riuscito a creare un mondo nel quale Mattia e Alice muovono passi incerti, sia da bambini quanto da adulti, e dove la sofferenza e l’incapacità di superare il passato sono presenze ingombranti. La storia dei due protagonisti, e soprattutto la loro inadeguatezza di fronte agli eventi, colpisce: può sortire tenerezza o rabbia, comprensione o rimprovero, ma sicuramente non lascia indifferenti. Lo stile è semplice e la lettura scorrevole: l’autore preferisce indagare i ricordi e le emozioni, piuttosto che descrivere gli ambienti o gli stessi protagonisti da un punto di vista fisico. E’un romanzo che affronta temi difficili come l’handicap, l’autolesionismo, l’anoressia, forse a volte in modo superficiale, ma in grado comunque di smuovere gli animi. Bellissima ed efficace l’immagine dei numeri primi: “ Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero”.
Mariangela Celiberti