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Lavoro in crociera

Nessuno lo vuole, ecco perché.

Ogni anno diverse compagnie di navi da crociera cercano personale da inserire nelle loro navi per 6 mesi. Le figure ricercate sono solitamente camerieri, barman, personale addetto alle pulizie e al guardaroba, chef e aiuto cuochi. Il numero oscilla tra gli 80 e 120 posti vacanti che vanno colmati. La paga è conveniente dato che non si hanno spese di vitto e alloggio. Però in pochi si presentano alle selezioni. C’è preoccupazione, per esempio, nei vari gruppi che, per formare il personale, ha anche studiato da tempo corsi mirati con posti a numero limitato in modo da riuscire ad assorbire direttamente in azienda almeno il 70-80 per cento delle persone che vi si iscrivono. Eppure si tratta di corsi professionali gratuiti, promossi insieme agli enti locali, cofinanziati dal Fondo sociale europeo e mirati a riempire le esigenze di occupazione del gruppo. Il problema è come reperire un numero così elevato di manodopera se in Italia sembrano snobbare queste opportunità. Anche in questo caso un mistero, visto che non sono neppure richieste ai candidati qualifiche o capacità particolari, nulla più che la buona conoscenza di una lingua straniera. L’unico ostacolo potrebbe essere la politica aziendale. Ogni dipendente, dopo la firma del contratto, non può più scendere dalla nave. Per tutta la durata del contratto non si può andare da nessuna parte neanche quando la nave si ferma in una località e nemmeno nel giorno libero. Si è come risucchiati. Molti non se la sentono di affrontare 6 mesi estraniati dal mondo. Anche se al suo interno vi sono tutti i servizi (tra cui il medico) l’aria aperta è qualcosa che nessuno può togliere. Neanche una buona retribuzione.

Caterina Tipa