Pubblicato il: 13 Luglio, 2010

Le dame e il Cavaliere: un film sulla mignottocrazia

Lo scorso 5 Luglio è stato proiettato a Catania “Le dame e il Cavaliere” di Franco Fracassi. L’evento è stato presentato dallo stesso regista, dagli organizzatori  – Adele Palazzo (Popolo Viola) e Michele Giorgianni (Ass. Graffiti) –  e da Patrizia D’Addario, la cui presenza ha dato luogo a parecchie contestazioni. Molti si sono infatti rifiutati di partecipare all’evento, ritenendo fuori luogo la presenza della donna. L’intervento dell’ex ospite di Palazzo Grazioli, tra il mormorio generale, è stato in realtà breve: «Un giorno ho ricevuto la telefonata di un magistrato che mi pose delle domande:  ho deciso di dire la verità e sto pagando per questo; da un anno a questa parte la mia vita è diventata un inferno, non mi sono arricchita, perché non ho ricevuto un euro per le interviste che ho rilasciato, molte delle quali non sono mai state pubblicate. Se fosse approvata la legge bavaglio, chiunque vivesse un domani la mia stessa “avventura” non potrebbe farla sapere, né i giornalisti parlarne né i magistrati indagare».

Ma avrebbe poco senso identificare l’evento con la D’Addario: infatti il momento clou della serata è stato la proiezione di “Le dame e il Cavaliere”. Il regista ha spiegato le enormi difficoltà incontrate: «Né le case di distribuzione né i giornali hanno accettato di diffondere il film, è stato impossibile persino farlo arrivare nelle edicole. L’unico mezzo che abbiamo potuto usare è stato internet: vendiamo le singole copie tramite bonifico, utilizziamo il passaparola, promuoviamo il film girando di città in città. Questo dimostra come l’informazione indipendente debba affrontare difficoltà enormi per arrivare alla gente». Difficoltà che, con l’approvazione della “legge-bavaglio“, diventerebbero davvero insormontabili. «Il rilievo dato dai media al film ha puntato più sull’aspetto gossiparo della vicenda, senza interrogarsi sul perché dei comportamenti da donnaiolo del Presidente del Consiglio».

Dal collage di filmati e testimonianze – fra cui quelle dell’ex eurodeputato del Pdl Michele Vernola e di Paolo Guzzanti – emerge un disegno inquietante: le donne portate al Parlamento italiano ed europeo da Berlusconi vengono appositamente selezionate per la loro impreparazione ed incapacità in ambito politico (in tal modo si spiega il fatto che provengano quasi tutte dal mondo della tv) e per la loro bellezza, appositamente istruite e guidate in modo da limitarsi a votare al Parlamento attenendosi alle istruizioni ricevute. Questa è la mignottocrazia: finto potere  al corpo delle donne.

Ornella Balsamo

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