Le sette meraviglie del mondo antico
Solo qualche giorno fa si è conclusa la votazione per l’elezione delle nuove sette meraviglie della natura, lanciata due anni fa dalla fondazione new7wonders.
All’indomani di una simile iniziativa, vale la pena ricordare la classifica “originale”, che per prima diede il via alla moda di creare le famose “graduatorie delle meraviglie”: quella delle 7 meraviglie create dall’uomo nel mondo antico, stilata dagli antichi Greci e Romani. Questa lista, sopravvissuta ai secoli diversamente dalle opere memorabili che cita, è espressione del profondo stupore e del grande rispetto che alcuni monumenti creati dalla mano dell’uomo hanno saputo suscitare di generazione in generazione fino a noi oggi, che purtroppo possiamo essere soltanto testimoni ciechi della loro grandiosità.
La lista canonica delle 7 meraviglie del mondo antico risale probabilmente al III a.C. e comprende:
La Piramide di Cheope (Egitto) – Conosciuta oggi come la più grande piramide egizia mai scoperta, si trova a Giza, una località non distante dal Cairo. Eretta circa nel 2570 a.C., almeno secondo le notizie fornite dallo storico greco Erodoto, presumibilmente per volontà del faraone Cheope, essa diventò ben presto il monumento funebre più famoso dell’antichità.
I Giardini pensili di Babilonia (Iraq) – realizzati intorno al 590 a.C. dal re Nabucodonosor II, i giardini pensili furono per lungo tempo attribuiti dalla tradizione alla regina assira Semiramide che, si raccontava, poteva cogliere rose fresche dal suo giardino in ogni stagione, per quanto arida fosse. Le splendide terrazze lussureggianti di piante e fiori profumati, tuttavia, non sono state mai rinvenute presso il sito Babilonia e dunque, mentre ancora si cerca di riportarli alla luce ovunque si trovino, la loro bellezza resta per noi una meraviglia sconosciuta.
Il mausoleo di Alicarnasso (Turchia) – ovvero la monumentale tomba del satrapo di Caria Mausolo, fatta costruire dalla moglie e sorella Artemisia intorno al 351 a.C. Plinio racconta che il perimetro totale fosse di 440 piedi per un’altezza di 25 cubiti, circa 130 metri per 11. Nonostante oggi siano davvero pochi i resti visibili della tomba di Mausolo, per la sua eccezionale grandiosità essa divenne col tempo il termine di paragone di ogni altro sepolcro monumentale, definito da allora in poi appunto mausoleo.
Il tempio di Artemide ad Efeso (Turchia) – la più splendida delle 7 meraviglie secondo Antipatro di Sidone, di cui ben poco è rimasto in piedi, fu costruita nella sua forma monumentale dal re Creso di Lidia nel VI a.C. Fu distrutta da un incendio già nel 356 a.C. per mano di un visionario che anelava a passare alla storia per aver provocato la distruzione del più grande monumento dell’antichità. In proposito si racconta che quella sciagurata notte Artemide fosse troppo presa dalla nascita di Alessandro Magno per poter proteggere la sua splendida casa terrena.
Il Colosso di Rodi (Grecia) – l’enorme statua del dio Helios, posta a guardia e protezione del porto della città di Rodi nel III a.C., doveva essere alta circa 30 metri. Costruita in poco più di un decennio dai rodiesi, non fu destinata a lunga vita, poiché venne distrutta da un terremoto 56 anni più tardi crollando in mare. Lì, sebbene sdraiata per sempre sul fondo del mare, venne visitata e onorata da numerosissimi viaggiatori fino al VII d.C., quando l’armata araba la smantellò portandola via in singoli blocchi mai più rinvenuti.
La statua di Zeus ad Olimpia (Grecia) – la grandiosa scultura collocata nel Tempio di Zeus e modellata dalle abili mani dello scultore Fidia, venne ultimata verosimilmente intorno al 433 a.C. Meta di pellegrinaggio e fonte di profondo stupore per oltre dieci secoli, la statua non sfuggì alle brame di Lauso, ricco eunuco dell’imperatore di Costantinopoli che nel V d.C. la portò via dalla sede originale per abbellire il suo sontuoso palazzo. Egli tuttavia non poté godere a lungo della sua bellezza poiché un incendio distrusse la reggia e tutto il suo contenuto nel 475 d.C..
Il Faro di Alessandria (Egitto) – eretto sull’isola di Pharos antistante il porto della città nel III a.C., sopravvisse davvero molto a lungo per soccombere solo a ben due terremoti nel XIV secolo. Una vita longeva, dunque per il faro di Alessandria, seconda solo alla piramide di Cheope. Dal nome dell’isola che l’ha così a lungo ospitato, Pharos, sembra derivi proprio il nome delle lanterne del mare.
Tutte queste opere grandiose furono contemporaneamente visibili solo per un venticinquennio circa, dal 250 al 226 a.C. Oggi solo la Piramide di Cheope è ancora in piedi, ultimo glorioso baluardo delle celebri 7 meraviglie del mondo antico.
Giulia Segnalini