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Letteratura e giornalismo nell’Italia dei bavagli

“Letteratura e Giornalismo nell’Italia dei bavagli”:  è questo lo slogan di Descritto 2010, il festival dell’editoria indipendente, che dopo il successo del 2009, è ritornato con un tema attualissimo, quello del ruolo del giornalismo. La Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania ha sposato anche quest’anno l’iniziativa, ospitando nel suggestivo Chiostro di Levante l’area expo, con presentazioni letterarie e incontri dedicati al tema dell’editoria, del giornalismo e del reportage, e l’area convegni, con i seminari “Giornalismo e letteratura: dal reportage al corsivo”, nel Coro di Notte. All’incontro di giovedì 4 novembre sul tema “L’arte e la tecnica dell’editoriale”, che ha visto la partecipazione di Alessandro Cannavò (Corriere della Sera), Nino Milazzo (ex direttore del Corriere) e l’Assessore alla Cultura del Comune di Catania Marella Ferrera, è seguito il seminario “Quel mostro in prima pagina” di venerdì 5 tenuto da Manuela Modica (L’Unità). Una discussione aperta più che una formale lezione quella di Manuela Modica, che ha raccontato con passione la sua esperienza di direttore del giornale “Le Voci Dentro” nato all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Attraverso le sue parole abbiamo compiuto un percorso immaginario all’interno dell’OPG, fra le “celle” che, per così dire, “ospitano” più di 10 persone in pochi metri quadrati, fra guardie carcerarie e psichiatri. E poi i letti di contenzione, che riducono gli uomini a bestie, e ci riportano indietro verso una triste realtà, quella dei manicomi, superata ormai da decenni, forse solo formalmente. Quella dell’OPG  è una dimensione quasi atemporale, dove “anche un grande orologio all’entrata, rotto da tempo, sembra voler dire che qui il tempo si è fermato”. È in questa struttura che giungono da tutta Italia molti degli “attori protagonisti” della cronaca nera, che dopo il loro macabro debutto finiscono qui, internati e dimenticati all’interno di questa isola separata dalla realtà. Grazie al progetto di comunicazione culminato nelle tre uscite de “ Le Voci Dentro”, un Angelo Spagnoli, autore della “Strage di Guidonia” del 2007, o un Salvatore Di Dio, che nel 2006 uccise la madre a colpi d’ascia, ritornano in prima pagina, ma stavolta in qualità di giornalisti, di voci che non vogliono essere dimenticate, o “sepolte in manicomio”, ma vogliono parlare della loro realtà fatta di difficoltà e contraddizioni. “Le Voci Dentro” ha ottenuto il giusto riconoscimento per la pregevolezza della sua missione, vincendo la prima edizione del Premio Internazionale Comunicazione per il Sociale all’interno della IV edizione del Festival Internazionale del giornalismo di Perugia. «Il giornalismo che si deve portare avanti è quello eticamente attento, che guarda dentro gli armadi e fa emergere realtà che gli altri non vedono, fatto di numeri, che non cerca di compiacere il lettore»: così ha concluso Manuela Modica, presentandoci un giornalismo fatto di carne e mani in pasta.

Luisa Lucifora