La magia: dalle fiabe ad Harry Potter
Sui fenomeni “magici” s’è detto di tutto; esagerazioni di segno paradossalmente opposto: i soliti ciarlatani (Otelma in testa) plaudono all’avvento dell’Era della Magia, i fanatici religiosi (alcuni esponenti della santa sede) indicizzano film come Harry Potter temendo che porti i bimbi alla stregoneria. Nientemeno, proprio gli esperti di soprannaturale prendono un romanzetto per oro colato e si fan sfuggire la verità nascosta nei simboli. E’ questa ad interessarci: non dimostrare l’esistenza o meno della magia, ma individuare nella saga della Rowling i retaggi dell’antico sapere sulle profondità dell’essere. Che tutti conosciamo ma abbiamo dimenticato, tanto da renderlo riservato a pochi.
Miti e fiabe ce li spiega Propp. I miti interpretano in chiave soprannaturale la natura e la storia: il fulmine è la rabbia di un dio, la città fu fondata da eroi, così via. Le fiabe invece raffigurano antichi rituali: Cappuccetto Rosso, ad esempio, è in realtà l’iniziazione d’una bambina all’età adulta; lascia la casa dell’infanzia per affrontare il bosco (misterioso come le cose da grandi), abbandona la Retta Via, impara a distinguere Bene e Male (la nonna-sacerdotessa dal lupo cattivo), muore e rinasce come donna. Questi ingredienti dal folklore passano alla narrativa d’autore e da lì tornano all’immaginario collettivo.
Rieccoli in Harry Potter. La magia: c’è una connessione tra tutte le cose e l’uomo può influenzare la realtà manipolando simboli. L’Eroe: orfano (come Teseo, Artù, Cenerentola), varca la soglia del Mondo Altro (l’Espresso per Hogwarts come la pillola di Matrix), affronta Avventure (Guerre da Iliade e Viaggi da Odissea), svela Misteri (come in un poliziesco), compie l’Impresa. Gli si oppone un Nemico (Voldemort come tanti), lo assiste un Maestro (Silente come Merlino), lo accompagnano Amici, usa Oggetti magici. Quanto agli Animali, c’è un vero e proprio inventario: draghi, fenici, non manca nemmeno il totem (chiamato “patronus”). Quel che conta, l’Eroe “conosce se stesso”: supera prove, infrange regole, viene marchiato (la cicatrice è segno del Diverso, come la zoppia per Cenerentola, per altri la follia o l’omosessualità), si identifica col Nemico (come ogni buon uccisore di draghi: Dioniso, Krishna, San Giorgio, Sigfrido), impara infine la Vita.
Insomma, il successo della saga sta nel proporre in modo nuovo elementi antichi che tutti inconsciamente riconosciamo, perché scritti nel nostro DNA di lettori e di uomini. Naturalmente non basta mettere insieme i soliti pezzi per fare un capolavoro o un bestseller (le due cose non sempre coincidono): si rischia di ridurre gli archetipi a stereotipi. Non così la Rowling, che non fa del suo maghetto un semplice Carattere, ma un Personaggio che ha una psicologia e che si confronta con tematiche (l’educazione sentimentale, l’elaborazione del lutto, il perbenismo e il consumismo degli zii, la crudeltà mediatica che ora lo idolatra ora lo disprezza) adulte e attuali.
Pierluigi Cassano