Pubblicato il: 16 Giugno, 2008

Il misticismo di San Francesco

MisticismoIl misticismo è una dottrina dell’esoterismo, dal greco mistikòs (misterioso) e myein (chiudere, tacere). E’ la contemplazione delle cose spirituali ottenute con l’allontanamento da quelle materiali. In ambito cattolico, tra le personalità mistiche non possiamo dimenticare Francesco D’Assisi (Giovanni di Pietro Bernardone), santo della Chiesa Cattolica e fondatore dell’ordine mendicante che da lui prende il nome, che grazie al “Cantico di frate Sole”, detto anche “Cantico delle creature” è riconosciuto come l’iniziatore della tradizione letteraria italiana. L’umiltà dell’opera di Francesco gli valse il nome di Imitator Christi (Imitatore di Cristo), ed ogni membro della sua fraternità è un Imitator Francisci (Imitatore di Francesco), cioè anche lui Imitator Christi. Secondo lui, la vita comunitaria deve seguire tre regole: la fraternità (i frati non devono vivere soli ma prendersi cura dei loro fratelli e di tutti con amore e dedizione, e tale cura si estende anche al creato in quanto opera di Dio, perciò sacro); l’umiltà (essi devono porsi al di sotto di tutti e di tutto, al servizio dell’ultimo per essere veramente al servizio di Dio); e la povertà (devono rinunciare a qualsiasi bene, condividendo tutto quello che gli viene dato con i fratelli, cominciando dai più bisognosi). Francesco chiamava i compagni “minores”, appellativo dato per spregio dai ricchi ai popolani. Le sue prediche erano semplici perché rivolte a gente semplice, ed egli quando parlava rapiva la folla. L’esempio francescano che sottolineava la compassione per la sofferenza di Cristo ha modificato la raffigurazione del crocifisso non più trionfante con gli occhi aperti, ma sofferente col capo chino, addolorato, ed il corpo cadente (vedi foto del quadro di Durer, “Gesù”). Il “Cantico delle creature” è una prosa in volgare umbro del XII secolo, con influssi toscani, francesi e latini, una lode a Dio ed un inno alla vita, una preghiera permeata da una visione positiva della natura, in quanto nel creato è riflessa l’immagine del creatore. Da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo ed il mondo. Tutte le creature sono viste in modo positivo e vengono chiamate “fratello” e “sorella”. Francesco pone l’uomo al loro livello poichè anch’egli è creatura, ma chiamato ad una maggiore responsabilità morale, in quanto dotato di libero arbitrio. Anche la morte è sorella, nessun uomo la può evitare, e se egli è in stato di grazia sarà un avvenimento positivo, il passaggio alla vera vita con Dio. Per questo, alla fine, gli uomini toccati dal Cantico sono invitati a lodarlo e benedirlo, servendolo con umiltà. “Laudato sì mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali: beati quelli ke troverà ne le Tue santissime volutati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humiltate”. Dunque, è il misticismo la profonda radice poetica dell’opera.

Valeria Mancini

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