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Morire di naia è un delitto di Stato?

FOLGORE” DI MORTE E DI OMERTÀ

L’allievo parà Emanuele Scieri, ucciso da nessuno nella caserma “Gamerra” di Pisa

«Nostro figlio Emanuele Scieri, partito da Siracusa il 21 luglio 1999 per fare il servizio militare nei parà della caserma “Gamerra” di Pisa, è tornato a casa un mese dopo chiuso in una bara. Non è morto per una fatalità o per una disgrazia: è stato ammazzato. Ma non si sa da chi. Perché la supercaserma pisana della “Folgore”, dopo essersi trasformata in un mattatoio, è diventata una centrale di omertà da fare impallidire “Cosa nostra”. La più vile delle omertà ha protetto il branco degli assassini, paracadutisti pronti “come folgore dal cielo” a scappare, parà pronti “come nembo di tempesta” a nascondersi. Questi “arditi del cielo e della terra”, dopo avere massacrato in gruppo un singolo commilitone appena arrivato in caserma, se la sono data a gambe e da allora si nascondono come conigli…Ancora una volta la giustizia italiana ha dimostrato di essere una pseudo giustizia all’italiana: delitti senza colpevoli, casi irrisolti, archiviazioni invece di verità, fantasmi al posto di imputati, generiche ipotesi invece di accertamenti. E come in altri casi, la vittima – cioè nostro figlio Emanuele – ha perfino rischiato di diventare “colpevole”, dato che inizialmente si è tentato di metterne in dubbio l’equilibrio psichico e l’integrità morale per rendere credibile la comoda scappatoia del suicidio. Noi genitori di Emanuele siamo ancora qui a reclamare verità e giustizia. Lo facciamo attraverso questo libro, nel quale abbiamo ricostruito tutta la vicenda. Vogliamo sapere chi, in una caserma d’élite della Repubblica, ha ucciso nostro figlio e perché. Abbiamo il diritto di saperlo, sia come genitori sia come cittadini».

Isabella Guarino
Corrado Scieri

Sono parole durissime, dettate non solo dal dolore della perdita di un figlio ma anche dalla constatazione dei fatti: nessuna Verità per Emanuele.

Ho letto il libro, ve lo consiglio caldamente. Non è un libro che si può leggere “tuttod’unfiato”. A volte il respiro viene a mancare, per l’orrore della “sola”lettura delle perizie ( riportate in maniera dettagliata). Non si tratta di un “giallo”, né di un racconto horror, né di un film. Leggendo non si può cambiare canale né restare impassibili, quasi cinici davanti a tanta inaudita crudeltà. La realtà dei fatti supera di gran lunga la più feroce, aberrata fantasia umana.
Non conosco i genitori di Emanuele, vivo lontana da loro geograficamente ma vorrei che sapessero che come genitore anch’io mi sento ferita ed offesa. Ferita perché è impossibile non sentirsi coinvolti nel loro dolore come fosse mio ed offesa nel profondo in quelli che sono i miei ideali di Stato, in quelli in cui, come loro, continuo a credere, nonostante tutto.
Ritengo inaccettabile anche la sopportazione di tanto dolore, al quale sono ancora, dopo otto anni, volutamente, sottoposti. Non è ammissibile anche solo pensare che in questa tragedia umana non ci siano colpevoli che si siano voluti salvare uomini in carriera e poltrone già consolidate, piuttosto che la Verità e la Giustizia. Quante altre “punizioni”, oltre quella di aver perso un figlio (affidato allo Stato perché lo addestrasse a servirlo e difenderlo, con la massima cura ed attenzione) devono aspettarsi questi genitori?
E noi, come Cittadini Italiani, quali “poteri” abbiamo per reclamare a gran voce che il “nostro” Stato sia quello di tutti e non di pochi d’élite e si occupi della riapertura del “caso” Scieri? Perchè ancora una volta dobbiamo pretendere che sia fatta Verità e Giustizia, sopra ogni altra “cosa”?

Nilde Casale

Per saperne di più

http://jacopobrogi-omnibus.blogspot.com [1]

http://www.casoscieri.altervista.org [2]

http://calinde.ilcannocchiale.it [2]