Nero Infinito
Si è svolta Giovedì 16 Dicembre al Cinestar di San Giovanni La Punta l’anteprima nazionale del film “Nero Infinito”, produzione siciliana firmata dal regista e sceneggiatore esordiente Giorgio Bruno. Presente anche buona parte del cast, tra cui un grande nome del cinema italiano, Enzo Castellari. Il regista ha descritto la sua opera come un “horror che non è un horror, un thriller che non è un thriller e un noir che non è un noir”, e in effetti il film è un’efficace commistione di generi che lo porta a spaziare da una trama intricata al punto giusto, senza mai risultare confusionaria per lo spettatore, a scene piuttosto forti e sanguinose, assai più disturbanti di quelle di analoghi prodotti molto più blasonati. La storia è infatti quella di un killer con gravi problemi psichici, che si diletta ad adescare e torturare giovani ragazze, per poi ucciderle. Lo scenario è quello della città di Catania, efficacemente fotografata specie nelle convulse scene d’azione iniziali, e non è male vedere un film del genere non ambientato nella consueta metropoli americana di turno. E’ quasi un peccato che il film si svolga prevalentemente in interni, perchè certi scorci del porto, con l’Etna coperta da nuvoloni neri sullo sfondo, sono davvero suggestivi. Il giovanissimo regista, seppur sia evidente la sua voglia, a volte quasi eccessiva, di inserire nel film quante più suggestioni di genere action\americano possibile (telecamera mai ferma, zoomate, qualche ricercatezza nel montaggio che fa molto De Palma e Tarantino), riesce a mantenere il controllo della scena in maniera efficace, risultando, nelle scene di tortura, assai più maturo e padrone del mezzo di quanto la sua inesperienza potrebbe far pensare. Buono anche il lavoro del cast, in particolar modo quello di Giuseppe Calaciura, che interpreta un ruolo certamente non facile con una gran voglia di mettersi in gioco.
Un prodotto coraggioso che in altri paesi con altre culture cinematografiche troverebbe facilmente spazio. C’è da sperare che gli italiani non siano ormai troppo abituati alle commedie pseudo-raffinate e pseudo-borghesi che tanto vanno di moda, dal cui modello Bruno non poteva tenersi più (per fortuna) lontano.
Tomas Mascali