Panno delle meraviglie… o dei femminicidi?
Le gambe di una donna riversa immobile su un letto matrimoniale, un uomo scalzo che ha decisamente “preso in mano la situazione” ed un panno magenta che promette i miracoli: è questa l’ultima pagina del lungo libro dei femminicidi, scritto giorno dopo giorno dal sangue delle sue vittime. Vittime così frequenti che non hanno più nemmeno un nome: l’omicidio di una donna ormai non è più notizia né da prima né da ultima pagina, ma solo una tragedia soffocata nel silenzio, purtroppo anche delle forze dell’ordine che troppo spesso non prendono provvedimenti quando viene sporta la denuncia. Del resto, se l’omicidio di una donna è un avvenimento da un giorno sì e un giorno no (sono queste, infatti, le cifre di cui si parla) esso è diventato la normalità: una normalità che per questo deve essere evidenziata con maggiore vigore al fine di poter salvare le donne non ancora toccate dall’amara sorte.
Per fortuna però, l’immagine precedentemente descritta non è passata sotto silenzio, anzi: ad eliminare i cartelloni pubblicitari del panno delle meraviglie che “elimina tutte le tracce” (questo lo slogan) ci ha pensato il ministro per le pari opportunità Elsa Fornero, la quale ha immediatamente richiesto all’istituto per l’autodisciplina pubblicitaria di fare esattamente ciò che il messaggio richiedeva, ovvero eliminare ogni traccia della ben poco sensibile pubblicità dalle strade di Napoli. Nel frattempo la pagina di facebook della ditta produttrice è stata invasa da messaggi pieni di insulti da parte sia di donne che di uomini indignati per il messaggio implicito suggerito dall’immagine, a cui è seguito un comunicato stampa da parte dell’azienda protagonista del fatto mediatico in cui si dichiara la mancata intenzione da parte della stessa nel promuovere ed istigare il fenomeno del femminicidio. Parole che, insomma, non solo non riparano la bottiglia del latte versato, ma non ripuliscono neanche il pavimento che ne è rimasto macchiato: nemmeno il fatto che all’immagine precedentemente descritta se ne affianchi una in cui si rappresenta la situazione inversa (ovvero un uomo steso a terra affiancato da una donna con in mano il magico panno: un quadretto che, sebbene non evochi un fenomeno in aumento, rimane pur sempre un messaggio negativo) è bastato ad arginare le critiche rivolte nei confronti dei produttori e dei pubblicitari. In merito alla “seconda versione”, anzi, qualcuno sempre su facebook fa notare che se nella pubblicità in cui la vittima è maschile l’uomo è a terra vestito, in quella in cui è la donna ad essere stata uccisa essa si trova riversa sul letto e si intuisce la sua nudità, cosa che richiama anche allo stupro oltre che all’omicidio.
Insomma, di sicuro il panno funziona: se non si può essere certi del fatto che sia davvero una bomba contro lo sporco, si può invece affermare che abbia senza dubbio eliminato ogni traccia… di buonsenso tra i pubblicitari dell’azienda napoletana che l’ha messo in commercio.
Sara Servadei