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Pasolini, giallo sul capitolo scomparso

«Ho visto un manoscritto che mi è stato detto essere il capitolo mancante dell’opera, pubblicata postuma, “Petrolio” di Pier Paolo Pasolini». Il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, lo ha confermato nel corso di un interrogatorio dinanzi al pm Francesco Minisci che indaga sulla morte di Pasolini, ucciso nella notte tra l’1 ed il 2 novembre del 1975 all’idroscalo di Ostia. Dell’Utri, nel corso di alcune interviste, aveva dichiarato di aver letto un dattiloscritto di 78 pagine che riassume il capitolo scomparso e che questo farebbe riferimento a vicende relative all’Eni dell’epoca , a “loschi intrecci”, a circostanze relative alla morte di Enrico Mattei.

«Si trattava di un documento scritto su carta velina – ha spiegato Dell’Ultri – il titolo era “Lampi su Eni”, l’ho sfogliato rapidamente e ho notato che aveva delle correzioni e note a penna. Mi fu fatto vedere da una persona che non mi disse il suo nome e che incontrai all’inaugurazione della mostra su Curzio Malaparte a Milano». L’esponente del Pdl ha raccontato ai pm di Roma che quest’uomo voleva vendergli il dattiloscritto: «Gli diedi il mio numero di telefono, ma non mi ha mai chiamato».

«Questa persona – conclude – mi mostrò anche una copia del libro “Questo è Cefis” del 1972 (scritto da Giorgio Steimez, n.d.r.) che fu fatto ritirare dal mercato, dicendomi che l’ultimo capitolo di “Petrolio” contiene molto di più di quello che c’è nel libro su Eugenio Cefis».

A 35 anni di distanza dal delitto, l’indagine sulla morte di Pasolini si arricchisce di nuovi elementi che, si spera, possano finalmente far luce sulle ragioni dell’omicidio dello scrittore/regista, al fine di individuare i mandanti di uno dei più terribili eventi vissuti dal nostro Paese.

Aldo Nicodemi