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Pasta day

Non fraintendete, ma potenzialmente è tanto nazionalista quanto il giorno della repubblica o il 25 Aprile. 25 ottobre, Pasta Day: giornata (inter)nazionale dello star assieme, delle tavole imbandite, dei pranzi della domenica col sapore di una volta. Insomma il nostro sport casareccio, se non altro la nostra migliore ambasceria. L’Albertone nazionale in Un Italiano a Roma (Steno, 1954) ne aveva sintetizzato alla perfezione il potere identificativo. L’alimento base della nostra alimentazione sale in cattedra e si presta per un giorno come esempio della buona cucina. In tutto il mondo, quindi paradossalmente in un 60% del globo verrà consumata scotta. C’è persino più di un comitato, il National Pasta Association (NPA) e l’International Pasta Organization (IPO) tra i molti. Spottone per la Barilla che ovviamente prende la palla al balzo, rilancia e ringrazia. Votazione popolare per la scelta delle tre città in cui festeggiare e tanto di menù e segnaposto stampabile. Condimenti di 2.0 e web partecipativo per una portata tradizionale. Milano, Roma e Napoli diventeranno i salotti a cielo aperto per riunirsi all’insegna della giovialità e dell’amicizia. Minimo comune denominatore un’overdose di carboidrati. L’unica perplessità è sulla modalità di partecipazione di alcune emittenti radiofoniche. Perché la musica di sottofondo sarebbe una gran cosa per incentivare il dialogo e le risate. Ma è il clima da animazione da villaggio turistico che mi spaventa. Con gli avvisi al megafono. La baby dance, la musica dal vivo a volumi esasperati e gli artisti che gridano «su le mani». Ma alla fin anche la cara vecchia radio merita di essere salvaguardata. Come le tradizioni. Qualche difficoltà forse ci sarà, magari per creare l’ambiente familiare, cosa non proprio facile in una piazza di una metropoli. Però c’è speranza. Perché come recita l’oracolo pubblicitario: «Dove c’è Barilla c’è casa». E poi è anche vero che l’Italia e gli Italiani dell’aggiungi un posto a tavola e dell’arte di arrangiarsi hanno fatto un motto e una scuola di vita. Qualche istantanea della vita di campo degli ultimi tragici eventi in Sicilia o Abruzzo ne sono un esempio, strappano speranze, sorrisi e aspettative. Per questo l’evento è davvero imperdibile. Perché per una volta, forse, è possibile riprendere in mano il proprio tempo. Dopo il blocco del traffico per lo spazio pubblico, questo è a suo modo una riaffermazione vistosa dello spazio privato, la rivincita su quello urbano. Se le giornate ecologiche riaffermano il tempo come durata dello spostamento, il pasta day riafferma il tempo della masticazione per il corretto apprezzamento dei sapori. O almeno si spera sia nell’ottica slow food. A tavola si capiscono tante cose su persone e culture. Se uno mastica con la bocca piena o beve con il mignolino alzato ad esempio. Se come festa si ha una tavolata a base di pasta senza nessuna fretta, oppure una gara a chi ingurgita più hot dog o hamburger.

Luca Colnaghi