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Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana

Sembra una giornata come tante altre a New York. Tutto si svolge secondo i ritmi e la frenesia di ogni giorno. Walter Garber si è recato a lavoro come sempre. È un dirigente della metropolitana della Grande Mela, ma è stato declassato, in attesa di giudizio definitivo, perché accusato di aver preso una “mazzetta”. Mentre si trova nella postazione di controllo delle linee metropolitane, il treno “Pelham 123” viene preso sotto sequestro da una banda di malviventi, guidata da un uomo che si fa chiamare Ryder. A bordo del treno ci sono 18 passeggeri e Ryder minaccia di ucciderne uno al minuto, dopo lo scoccare della prima ora, se entro questa ora non arrivino dieci milioni di dollari. A Garber, che si trova casualmente al microfono, spetta il compito di negoziare con i sequestratori.

Il regista Tony Scott, fratello del più celebre Ridley, riporta sulla schermo la seconda trasposizione cinematografica tratta dal libro di Morton Freedgood, “The taking of the Pelham one two three”. È una nuova versione aggiornata rispetto a quella di Sargent del 1974, sia dal punto di vista tecnologico ma anche alla luce di quanto accaduto l’11 settembre 2001. Si ripropone l’eterna lotta tra l’uomo che crede di essere in credito nei confronti della società e l’uomo ordinario che tenta di risolvere una situazione al di fuori della sua portata. Il tutto è condito dallo stile tipico del maestro dell’adrenalina Tony Scott. Riprese convulse, schizofreniche, visioni dall’alto, vertiginose, mostrano un città avvolta nella sua frenesia e realizzano il dramma di due uomini che lottano contro i propri demoni. Il regista britannico si affida al suo uomo di fiducia, Denzel Washington, già utilizzato in “Dejavu” e “Man on fire”, ed abile negoziatore in “Inside man” di Spike Lee. L’accoppiata con John Travolta nel ruolo del negoziatore è perfetta. I due si completano a vicenda e senza dubbio conferiscono qualità alla pellicola.

Diego Bonomo