Per la tua prossima vacanza, prova un…divano
Viaggiare (quasi) gratis e sempre in ottima compagnia? Potrebbe sembrare soltanto un sogno ed invece è una realtà che si chiama “Couch surfing”. Non esiste una parola nella nostra lingua che possa rendere giustizia a questa espressione: per chi mastica poco l’inglese, si può spiegare come la pratica di “passare” da un divano all’altro, da un posto letto all’altro, ovviamente ospiti dei vari padroni di casa. Sotto questa superficie goliardica però, si nascondono significati ben più profondi. Il couch surfing è una vera e propria filosofia, non un escamotage per risparmiare sull’alloggio: è un modo di vivere il proprio essere “cittadino del mondo”. Non si va semplicemente a visitare un posto nuovo: si entra nella vita di chi lo conosce bene, perché quel luogo rappresenta il lavoro, gli amici, i ricordi, il divertimento. La “mission” della comunità di “surfer” è, infatti, creare una rete di contatti e di relazioni tra persone provenienti da paesi diversi, attraverso un principio molto semplice: l’ospitalità. Il viaggio viene inteso come “esperienza ispiratrice”: diviene un modo per crescere, conoscere ed imparare a rispettare ciò che è lontano o diverso.
Diventare un “surfer” è facile: oltre ad una buona dose di apertura mentale e voglia di fare nuove amicizie, basta collegarsi al sito ufficiale e iscriversi. Tutto si basa sulla fiducia: quindi la sincerità é fortemente consigliata. Sul proprio profilo si possono inserire foto e si può parlare liberamente di se stessi. Come nella più classica delle presentazioni davanti a degli estranei, si va dalla descrizione del proprio lavoro agli obiettivi di vita, passando attraverso film, libri, cantanti preferiti. Si possono subito visualizzare le richieste di chi cerca un posto dove poter dormire durante una visita di lavoro o di piacere; oppure si può cercare ospitalità pianificando il prossimo viaggio, scegliendo tra i profili con cui si avverte più affinità o magari che incontrino maggiormente le nostre necessità. Non si è però costretti ad offrire la propria casa: ci si può anche soltanto incontrare per prendere un caffè, una birra o per accompagnare il nostro ospite in giro per la città. Nata come associazione senza fini di lucro nel 2003 grazie al programmatore statunitense Casey Fenton, Couch Surfing conta oggi più di quattro milioni di membri nel mondo, quasi centosedicimila in Italia. Ma come si può scegliere uno o più “surfer” senza il timore di poter avere dei problemi? Ovviamente il sito mette a disposizione dei dispositivi di verifica dei dati degli utenti, oltre alla possibilità di lasciare feedback sui profili o di “garantire” per una persona conosciuta, e che quindi si dichiara essere totalmente affidabile.
“Sono iscritta al sito da circa due anni”- mi ha raccontato Cosimina, conosciuta durante una festa del network. “ Mi ha convinta una mia amica, che con questo metodo ha girato il mondo. Certo, bisogna adattarsi. Può capitare di avere un letto oppure un divano in cucina, ma sul profilo della persona si può vedere a cosa si va incontro; oppure se è necessario portarsi dietro lenzuola e biancheria in genere, per esempio”.
Attraverso il couch surfing si ha l’accesso ad un ambiente multirazziale, ricco di esperienze e stili di vita: spesso chi cerca ospitalità non richiede solo un “divano”, ma anche racconti, tradizioni, frammenti di vita “vera” in un paese straniero. C’è uno scambio di tempo e di opportunità; c’è una visione del viaggio come incontro, e non come una serie di foto ricordo di circostanza. Le testimonianze sul web di chi ha adottato questo stile di “vacanza” sono perlopiù positive, se non letteralmente entusiaste. E non mancano gli eventi, organizzati spesso con cadenza settimanale, per chi vive nella stessa città e desidera trascorrere del tempo insieme ad altri “surfer” o aspiranti tali.
Il couch surfing rappresenta il mezzo più divertente e genuino per saziare la propria sete di mondo e scoperta di visioni autentiche, oltre che una concreta possibilità per conoscere o far apprezzare un paese nel migliore dei modi: attraverso gli occhi di chi lo ama.
Mariangela Celiberti