Racket: in fiamme libreria a Catania
Si chiama “Librando”. E’ la libreria incendiata la notte scorsa in via Teramo, nel salotto buono di Catania. Le fiamme, di origine dolosa, sono state appiccate da due uomini, che compaiono con il volto coperto da un casco nelle immagini girate dalle telecamere a circuito chiuso. Il titolare della libreria è Maurizio Di Stefano, un catanese che in passato aveva già ceduto l’esercizio commerciale, per poi riprenderlo in gestione. L’uomo è da qualche mese rientrato a lavoro alla libreria di via Teramo. Da quindici anni, infatti, fa il libraio a Catania, una professione che ha ereditato dai familiari. L’anno scorso, poi, vinse l’appalto per l’apertura della libreria all’interno dell’Aeroporto di Fontanarossa. Un esperienza che finisce sei mesi fa, quando Di Stefano vide le condizioni per riprendere l’attività a due passi da via Monfalcone. Il titolare del negozio ha più volte denunciato richieste di estorsione. Venti giorni fa, aveva anche subito un altro incendio doloso, già valutato dai Carabinieri alla stregua di un atto intimidatorio. Di Stefano ha esposto le ragioni della sua amarezza: “Fare impresa a Catania- ha detto- è diventato sempre più difficile”. All’imprenditore è arrivata la solidarietà di Confindustria, per bocca del presidente regionale Ivan Lo Bello. Questi ha parlato di “segnale preoccupante”: “è la dimostrazione- ha detto- che il racket e ancora forte e vivo in questa citta’, bisogna reagire con forza. E sconfiggere anche il silenzio della popolazione”. Preoccupazione per l’attentato incendiario è stata espressa anche dall’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, e dall’attuale inquilino di Palazzo degli Elefanti, Raffaele Stancanelli: “Il nuovo preoccupante gesto intimidatorio- ha spiegato il senatore del PDL- conferma l’esigenza di aumentare il livello di sicurezza a Catania, un obiettivo cui tutte le istituzioni preposte sono tenute a dare il loro contributo”. Il sindaco ha anche promesso che il Comune si metterà in contatto con l’esercente “per attivare un sostegno alla sua azienda colpita dalla violenza del racket”. Per il vicepresidente dei deputati del PDL all’Ars, Salvo Pogliese, invece, “bisogna ricordare che il racket e la criminalità organizzata si battono soltanto con le denunce e con il sostegno che tutti i cittadini non devono far mancare allo Stato e alle forze dell’ordine”. Per i prossimi giorni le associazioni e le forze della società civile catanese aderenti ad “Addio Pizzo” hanno indetto una fiaccolata in Via Teramo per dire No al racket, testimoniando attivamente la propria solidarietà alla famiglia Di Stefano.
Enrico Sciuto