Rita Maffei: uno sguardo al femminile
Tour al femminile per Rita Maffei che, all’interno di rassegne sull’identità delle donne, è tornata ad interpretare la performance “La Cagna” il 20 maggio, nell’ambito di “Mutazioni” – Festival del corpo femminile – e il 22 e 23 maggio, al Teatro Manzoni di Calenzano (FI), nell’ambito del Festival nazionale sulla drammaturgia contemporanea delle donne.
La Cagna è il quinto dei sei episodi che compongono Paradiso Perduto progetto performativo tramite il quale l’attrice udinese e il collettivo di artisti (Tusini, Martines, Bulligan, Antonelli, Revelant ed Entract), riuniti sotto la sigla HC -Capitale Umano- hanno esplorato il tema della perdita nel mondo contemporaneo dell’amore, della bellezza, della vita, dell’appartenenza sociale, della propria identità e delle molteplici forme in cui ognuno di noi cerca, animato da fedi religiose, politiche ed etiche, di riappropriarsene: per se stesso e per chi ci sta a cuore. Protagonista dell’episodio, scritto da Rita Maffei, è un’enigmatica, selvaggia donna-cagna che vive isolata, lontana dalla società in una sorta di esilio, imposto o volontario, perché ha deluso le aspettative in lei riposte dalla comunità. Come nel racconto “Melampo di Flaiano” e nel film omonimo di Ferreri, una donna abbandona agi e comodità per isolarsi in una caverna, lontana dalla seduzioni contemporanee. Non ha saputo essere né madre né moglie, forse perché non ama gli uomini, perché pazza o perché non accetta le convenzioni. Nuda, col collare, chiusa nel recinto o al guinzaglio, aspetta il suo maschio, oggetto del desiderio che appaga e riempie, finché non troverà la forza di tornare in città, libera di correre, di rotolarsi nel parco.
Episodio pieno di suggestioni cinematografiche (Ferreri -Truffaut), poetiche e letterarie (Jelinek, Bulgakov, Lodoli), con un richiamo alle crivapete (le streghe delle valli del Natisone) e alla strada. La cagna è la penultima tessera di un puzzle di identità, tessere che si legano tra loro secondo un percorso che permette allo spettatore di seguire gli episodi, sia singolarmente che in una “maratona”, episodio dopo episodio, come “detective”, decifratore, traduttore delle vite dei diversi personaggi interpretati dalla Maffei. Gli spettatori incontrano ogni volta un “personaggio simbolo”, rappresentato a un crocevia esistenziale o in un attimo estremo.
Irene Stumpo