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Saggistica come denuncia/informazione: quali effetti?

In questi ultimi anni, specie tra il 2006 e il 2008, c’è stato un fiorire di saggi su argomenti “scabrosi”, in precedenza trattati con molta parsimonia, quasi fossero dei tabù. Abbiamo, così, assistito alla demistificazione di numerosi centri di potere troppo a lungo ritenuti sacri ed intoccabili. Tra i tanti testi scritti nel su citato triennio, mi limito a menzionare i seguenti: “La scomparsa dei fatti” di M. Travaglio (ed. Il Saggiatore, 2006); “Onorevoli wanted” di P. Gomez e M. Travaglio (Editori Riuniti, 2006); “La casta” di G. A. Stella e S. Rizzo (ed. Rizzoli, 2007); “Processo all’università” di C. Zagaria (ed. Dedalo, 2007); “Impuniti” di A. Caporale (ed. Baldini-Castoldi-Dalai, 2007); “Sprecopoli” di M. Cervi e N. Porro (ed. Mondadori, 2007); “La casta bianca” di P. Cornaglia Ferraris (ed. Mondatori, 2008); “L’altra casta – l’inchiesta sul sindacato” di S. Livadiotti (ed. Bompiani, 2008).

Si tratta di una saggistica che dà la chiara idea di quanto il malcostume sia capillarmente diffuso  nel nostro paese. Purtroppo, la divulgazione delle informazioni contenute nei numerosi saggi “partoriti” nel periodo considerato non ha prodotto i risultati che, in un paese normale, sarebbe stato logico attendersi. Gli effetti infatti, sono apparsi esigui dal punto di vista degli “interventi istituzionali” che si sono tradotti, essenzialmente, nella mera enunciazione di buoni propositi. Accanto a tale effetto negativo ve n’è, però, uno positivo anche se non facilmente quantificabile: quello di informare e di consentire ad una vasta (si spera) platea di cittadini-elettori di conoscere tanti fatti e misfatti di partiti, sindacati e pubblica amministrazione. In tal modo il cittadino consapevole viene messo nella condizione di agire esercitando, con maggiore consapevolezza, il proprio diritto-dovere di elettore. Almeno c’è da sperare che ciò avvenga. In conclusione, mi sembra si possa affermare che una certa saggistica che potrebbe essere definita di denuncia/informazione serva come utile strumento divulgativo, per far crescere la il grado di conoscenza nella gente facendo acquisire loro la consapevolezza di dover appartenere alla schiera dei cittadini e non a quella dei sudditi, inducendola, quindi nello stesso tempo, ad abbandonare la facile, superficiale e gretta abitudine, cui spesso assistiamo, di ragionare in base a luoghi comuni.


Irene Stumpo