Pubblicato il: 28 Luglio, 2009

Secretary

secretaryLee. Quando le persone entrano in questo ufficio, lei è la rappresentazione visiva della mia attività e, il modo in cui veste è disgustoso.

Mi scusi.

Batte il piede in continuazione e gioca con i capelli. Dovrà indossare una retina per i capelli, oppure smettere di giocare con i capelli. E un’altra cosa. Si rende conto che tira sempre su con il naso?

Tiro su con il naso?

E quello che fa con la lingua mentre batte?

Mi spiace non sapevo di tirare su con il naso.

Beh, lo fa.

Un film di Steven Shainberg, per molti ma non per tutti. L’insolita storia narra la vicenda di Lee Holloway (Maggie Gyllenhaal) e di E . Edward Grey (James Spader) rispettivamente un’apprendista segretaria appena uscita da una clinica psichiatrica per autolesionismo e un affermato e misterioso avvocato. Lee è una ragazza molto insicura e fragile, che specialmente a causa dei problemi familiari soffre molto: Cosi che è dedita a pratiche di masochismo sul suo corpo. Quando Lee viene assunta come segretaria nell’ufficio dell’avvocato Grey, non sa ancora che l’uomo brusco, maniacale ed estremamente cordiale per cui lavora è anche il suo uomo. Tra i due infatti si instaura ben presto un rapporto di dominazione da parte di Edward e di sottomissione da parte di Lee, che inizialmente è giustificato dal rapporto lavorativo prestabilito, ma che pian piano si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un rapporto BDSM in piena regola. Edward disciplinerà Lee in un percorso di complicità, tenerezza, punizione e libertà che pochi comprendono: Lee mangerà esclusivamente ciò che Edward le ordinerà di mangiare, reprimerà fino a cancellare ogni suo tic piuttosto sgradevole e poco consono al ruolo di segretaria, esaudirà ogni desiderio ed ordine di E. Edward Grey fino al giorno in cui lui tornerà ad essere un semplice avvocato che lavora con una semplice segretaria. A quel punto Lee si sentirà perduta e sarà disposta a tutto pur di amare ed esser riamata da Grey. L’amore, profondo, vero, condiviso brilla ogni istante nel volto dei personaggi e in ciò che fanno e lo sguardo finale di Lee verso di noi, in primo piano, è cosi solenne, cosi muto da lasciarci intuire qualcosa, qualcosa di inafferrabile o chissà … Il film è molto singolare nel suo genere e se non ci si avvicina ai personaggi e se non si crede in loro, uno sguardo cinico potrebbe vestirli di abiti ridicoli, patetici, malati e poco credibili. Ma chi, non si sentirebbe turbato dalla tensione che regna dentro l’ufficio di E. Edward Grey?

Elena Minissale

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