Pubblicato il: 7 Settembre, 2010

Sei down? Niente giostra

Gardaland, il più grande parco di divertimenti d’Italia, vieta l’accesso a gran parte delle attrattive a bambini e ragazzi con sindrome di down. Un episodio si verificò già nel 2007 quando ad un gruppo di ragazzi down, accompagnato da guide e genitori, fu vietato di salire sull’ottovolante. E si è assistito a vicende analoghe anche nel Giugno scorso. A fine Agosto la vittima è stata una bimba di otto anni, figlia dell’ex procuratore di Pescara Aldo Aceto, oggi giudice penale e del lavoro al tribunale di Larino e presidente dell’associazione Pianeta Down. Alla bambina  è stato vietato di andare sulla monorotaia a causa della sua disabilità, ma in realtà c’era già salita qualche ora prima, eludendo i controlli e senza riportare conseguenze. Amare le parole del padre: «A mia figlia è stato impedito di salire perché down, la sua patologia invalidante è visibile rispetto ad altre e questo è vergognoso». CoorDown, coordinamento che raggruppa le principali associazioni che tutelano le persone affette da sindrome di down e i loro genitori, nei mesi scorsi aveva già avviato delle trattative con la direzione del parco affinché si potesse giungere ad un accordo. Adesso, dopo l’episodio di fine Agosto, ha minacciato iniziative legali contro Gardaland. La responsabile del parco ha affermato che all’ingresso viene consegnato, a chi accompagna le persone down, una brochure con l’elenco delle attrazioni accessibili ai disabili ma ad Aceto non è stato dato niente.

Le giustificazioni della direzione riguardo al divieto in realtà sembrano inconsistenti poiché se il motivo del ritardo è mentale, questo è variabile e non si può stabilirlo con uno sguardo; se è il rischio cardiologico bisogna accertarsene tramite visita medica; se è il deficit motorio, di solito la sindrome di down non comporta problemi motori. Inoltre in altri parchi di divertimenti ci si limita a sconsigliare alcune giostre, ma non a vietarne l’uso.  Come dire oltre al danno, la beffa.

Giuseppina Cuccia

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