Servizi sociali: il GIP rinvia Stancanelli a giudizio
No all’archiviazione per Raffaele Stancanelli. E’ la risposta del GIP Giuliana Sammartino alla richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Catania nel processo sui servizi sociali. Per Stancanelli, e per gli altri 32 indagati di cui era stata stralciata la posizione, si prospetta dunque il rinvio a giudizio coatto. Al sindaco di Catania si contesta il reato di abuso d’ufficio per atti licenziati quando era Assessore regionale alla Famiglia e alle politiche sociali del secondo governo Cuffaro. Per gli altri venti soggetti sott’accusa, invece, è attesa l’udienza preliminare del 14 maggio. La richiesta della Procura prende le mosse dall’indagine, coordinata dal Pm Lucio Setola, che il 17 luglio dell’anno scorso ha portato all’arresto di 16 persone e all’indagine per 52. Al centro della vicenda vi sarebbe “un sistema” composto da dirigenti amministrativi, titolari di cooperative sociali, politici e uomini delle istituzioni che avrebbero abusato delle proprie posizioni per pilotare appalti nel settore socio-sanitario etneo. I reati ipotizzati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli incanti alla frode in pubbliche forniture. E dalla truffa aggravata ai danni dello Stato sino al falso e all’abuso d’ufficio. “Il sistema” girava intorno a Ubaldo Camerini, responsabile del distretto sanitario n°16 e della XI Direzione Servizi socio-sanitari del Comune di Catania.Con lui è finito in carcere anche Giuseppe Zappalà, ex assessore alle politiche sociali in quota MPA della seconda giunta Scapagnini, e Concetta Santangelo, dipendente del Comune e militante della corrente Firrarello del Popolo della Libertà. Da questo terzetto, si sarebbe mossa una rete di assegnazioni su misura coinvolgente, secondo i magistrati, anche importanti dirigenti di cooperative cittadine: uno è l’avvocato Antonino Novello, rappresentante legale della cooperativa “Città del Sole”, finito agli arresti domiciliari. E poi c’è Paolo Guglielmino, legale rappresentante della “Cooperativa socio-sanitaria”. Quest’ultima, in particolare, sarebbe coinvolta nel reato di “frode in pubbliche forniture” ipotizzato per il “Centro diurno per anziani” di Catania. Ad aggiudicarsi l’appalto per la gestione della struttura, sulla base della legge 328 del 2000 , era stata proprio la cooperativa gestita da Guglielmino, battendo la concorrenza del Consorzio “Solco”. Il ribasso inizialmente valutato per l’aggiudicazione della gara non venne contemplato al momento della stipula del capitolato d’appalto, con conseguente onere e danno erariale per lo Stato. Ma, soprattutto, il Centro non era mai entrato in funzione, come risultò da successive ispezioni comunali. Un caso analogo anche a Misterbianco, dove le aggiudicatarie dell’appalto per il “centro diurno”, erano la Cooperativa “Città del Sole” e la “Luigi Surzo onlus”. Quest’ultima è presieduta da uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dello scorso Luglio. Si tratta di Nunzio Parrinello, vicecapogruppo del MPA al Consiglio provinciale di Catania. L’uomo è stato nel frattempo scarcerato per il venir meno degli estremi delle misure di prevenzione. Finirà sotto processo. Anche la vicenda del Centro di Misterbianco, così come le relative procedure d’appalto, ha presentato anomalie. Nella rete di Camerini e Zappalà, però, ci sarebbero altre cooperative, che secondo i magistrati si sarebbero aggiudicate i fondi della legge 285 del ’97 secondo modalità non trasparenti. Agli atti, per ogni cooperativa, sono segnalati nomi di politici che avrebbero caldeggiato l’aggiudicazione. Ombre anche sulle commissioni per le gare d’appalto. A Stancanelli, all’epoca Assessore a Palermo, è contestato invece l’abuso d’ufficio per la nomina di un membro nella Commissione di valutazione degli appalti del Distretto socio-sanitario 16. In entrambi i casi, pare che l’Assessore regionale non avesse facoltà per indicare un “delegato dell’Ufficio di stretta collaborazione dell’assessorato”. Cosa che invece è avvenuta.
Enrico Sciuto