Servizio Civile: l’esercito degli aspiranti volontari
PRATO. Si sono appena concluse le procedure per la selezione di diciannove volontari da impiegare in due progetti di Servizio Civile promossi dal Comune. A seguito della valutazione dei curricula, nonché al termine di un quiz di cultura generale e di un colloquio personale, sono state pubblicate le graduatorie di merito: quindici i giovani scelti per prestare servizio presso la Biblioteca Lazzerini e le sedi bibliotecarie decentrate nell’ambito del progetto “Facciamo conoscenza: conoscersi in biblioteca, conoscere la biblioteca” per il quale erano pervenute 117 candidature; quattro, invece, i prescelti (su 35 aspiranti) in relazione al progetto “Un mondo di colori per giocare”, finalizzato al potenziamento dei locali servizi educativi integrati. Attività che per un anno impegneranno ragazze e ragazzi al di sotto dei 28 anni, ai quali verrà riconosciuto mensilmente un rimborso spese pari a 433,80 Euro. Una somma non certo ricca, eppure piuttosto allettante per molti studenti e giovani in stato di disoccupazione. «Non sono poi molti quattrocento Euro – spiega Giulia, candidata pratese – considerato l’impegno di trenta ore settimanali ed i costi di trasporto, ma in periodi di crisi come questo, in cui trovare lavoro è una vera impresa, ci si accontenta di tutto». Dello stesso parere anche il suo collega Simone: «Alla base della mia candidatura c’è indubbiamente il desiderio di provare un’esperienza di volontariato, ma l’aspetto economico gioca comunque un ruolo non trascurabile, sebbene il rimborso sia piuttosto esiguo». Voglia di aiutare il prossimo, dunque, ma anche voglia di affermarsi in ambito professionale e voglia di una minima indipendenza economica. E’ questo il mix di motivazioni che emerge dalle parole di tanti giovani, impegnati a immaginare un futuro diverso e povero di incertezze.
Incertezze che potrebbero scomparire grazie all’esperienza maturata sul campo, tra gli scaffali di una biblioteca o nelle aule di un centro educativo. Un bagaglio pratico da abbinare alle conoscenze teoriche che molti hanno acquisito, o stanno ancora acquisendo, all’interno di un percorso formativo (prevalentemente universitario) attinente al settore di attività prescelto. Chissà che i buoni volontari di oggi non siano i migliori professionisti di domani!
Andrea Bonfiglio