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Sguardo in una scuola elementare

La Gelmini ha tagliato, vediamo che cosa è rimasto.

Una classe con 20 alunni, una sola maestra a gestire tutto. E gli alunni portatori di handicap? Per loro è rimasta l’insegnante di sostegno. Ma per quante ore? Il regolamento prevede che un docente di sostegno debba fare 22 ore settimanali. Facendo qualche conto, 22 ore distribuite in 6 giorni a settimana non sono neanche 4 ore al giorno. Quindi le restanti ore di scuola che non sono coperte, da chi vengono gestite? Sempre dal maestro unico. Oltre i suoi allievi. Ma c’è di peggio. Queste 22 ore settimanali non sono rivolte tutte ad un solo studente. Nel caso di handicap meno gravi, all’allievo spettano 7 ore alla settimana mentre per i più gravi 15 ore. Dunque un docente di sostegno dovrà fare 22 ore ma divise tra più studenti. Ne consegue che il maestro unico si troverà più volte a gestire una classe senza che chi abbia bisogno del sostegno c’è l’abbia realmente. Come deve fare un insegnante ad affrontare una simile situazione? Deve continuamente rallentare l’attività didattica a danno dei bambini stessi. La tecnologia può aiutarci in questo dato che il nostro ministro vuole investirci tanto? Ma cosa se ne fa la maestra e il docente di sostegno della lavagna luminosa o di quant’altro se poi non hanno neanche il tempo di respirare? E intanto il bambino portatore di handicap che fine farà? Si può definire diritto allo studio se poi non sussistono gli strumenti per poterlo permettere? Dopo un’attenta analisi e visite in varie scuole nel palermitano, un unico sentimento accomuna tutti i docenti: stanchezza. E una sola domanda vorrebbero rivolgere al ministro: “Ma è mai stata in una classe?”. Tagliare il necessario per il superfluo è un errore che il nostro paese continua a commettere e,se se ne accorgerà, a quel punto sarà troppo tardi.

Caterina Tipa