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Sicilia: la protesta dei forestali

Lo scorso 7 Luglio il Movimento braccianti e forestali ha presentato una petizione alla Prefettura di Catania e ha manifestato contro una situazione di disagio che dura ormai da anni. Il portavoce del gruppo, Maurizio Grosso, ha risposto alle nostre domande:

– Può spiegarci in breve quali sono le ragioni della vostra protesta?

Lo scorso anno è stato sottoscritto un accordo tra il governo Lombardo ed i sindacati che prevedeva, fra le altre cose, un avanzamento dei giorni di lavoro: i lavoratori forestali sono divisi in fasce a seconda della quantità dei giorni lavorativi retribuiti – 78, 101 e 151 nel 2008, che sarebbero dovuti diventare rispettivamente 101, 151 e 180 nel 2010 – e, a causa della mancanza dei fondi riscontrata durante la scorsa manovra finanziaria, gli avanzamenti previsti per queste fasce non sono avvenuti e l’accordo stipulato è stato disatteso. Quindi abbiamo sottoscritto una petizione in modo da ricordare al Prefetto un impegno preso in precedenza che deve essere rispettato.

– Da quanto tempo vivete queste difficoltà?

Ormai da tanti anni si parla di stabilizzazione, senza mai risultati concreti. I politici assumono impegni durante le elezioni, utilizzandoci come serbatoio elettorale, considerando che in Sicilia ci sono 25.000 forestali, di cui 5.500 a Catania.

(La cifra di lavoratori forestali attivi solo in Sicilia rappresenta un’anomalia regionale, considerando che in tutta Italia essi non superano i 70 mila. Nel 2006 l’ex assessore regionale all’Agricoltura Leontini ha varato una legge, due mesi prima delle elezioni regionali, per assicurare un posto fisso ai forestali siciliani, fissi e stagionali. Anche negli anni seguenti sono state prese misure apparentemente favorevoli a questa categoria, al preciso scopo di  ottenere consensi e voti. N.d.r.)

– Avete ricevuto risposte immediate o garanzie in seguito alla manifestazione del 7 Luglio?

I viceprefetti Galeano e Fichera ci hanno detto di avere inoltrato la nostra petizione alla Regione in modo da fare pervenire al più presto le nostre firme. La raccolta delle firme avviene nei principali cantieri della Forestale, ma ci stiamo muovendo in tutta la Sicilia.

– Qualora non venisse ancora una volta rispettato l’accordo al quale vi appellate né dovessero essere posti rimedi, come vi muovereste?

Se il governo dovesse rimanere in silenzio, siamo pronti a manifestare in maniera eclatante, ad esempio attraverso lo sciopero “alla rovescia”: lavoreremo anche al di là dei giorni attualmente concessi e poi pretenderemo che ci vengano riconosciute, e retribuite, le giornate lavorative. Questa misura veniva presa già negli anni Cinquanta durante la riforma agraria, abbiamo alle spalle anni di esperienza e sappiamo come farci sentire.

Ornella Balsamo