Sospensione della stenotipia nei processi penali?
Che la situazione economico-finanziaria del nostro paese sia ancora grave lo si capisce dalle ondivaghe dichiarazioni del presidente del consiglio Mario Monti. Un giorno dice che si incomincia a vedere una luce in fondo al tunnel, facendo pensare che la crisi presto sarà lasciata alle spalle, un altro, dice che il nostro sistema sanitario potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove forme di finanziamento. Ma sicuramente non sono ondivaghi i provvedimenti che il governo ed i singoli ministri adottano e, che dicono un’altra cosa: che la crisi continua e la spending review anche. Il ministero della Giustizia con una circolare inviata ai tribunali ha invitato a tornare a trascrivere a mano i verbali di udienza. La circolare ministeriale, in attesa del reperimento di fondi da destinare alle ditte che svolgono il servizio di registrazione e trascrizione, “raccomanda di valutare fin da ora l’opportunità” di limitarne l’utilizzo “ai soli procedimenti nei quali non sia praticabile la redazione di un verbale in forma integrale manuale“. Il ministero della giustizia già nel mese di maggio aveva chiesto al ministero dell’economia e finanze un’integrazione dei fondi e, se l’integrazione richiesta non verrà accolta dal mese di dicembre il servizio poterebbe essere sospeso ed, i contratti con le ditte che lo effettuano rescissi. La eventuale sospensione del servizio, se dovesse verificarsi, costituirebbe un inaccettabile regressione dei principi che informano il processo penale – principi costituzionalmente sanciti con l’art. 111 della costituzione -, considerato che il nostro codice di procedura penale prevede, il dibattimento come il luogo principe dove si forma la prova in contraddittorio tra le parti e, solo la stenotipia o la registrazione dell’udienza con relativa trascrizione possono garantire un giusto processo. In una nota l’Unione Camere Penali Italiani afferma: ”Gli avvocati penalisti, non possono consentire che la mancanza di fondi produca conseguenze sui processi e, fatte salve piu’ generali azioni di protesta, si opporranno alla loro celebrazione formulando, come gia’ avvenuto in passato, eccezioni fondate sulla norma del codice che inderogabilmente prevede la documentazione integrale, salvo casi eccezionali e riguardanti singoli procedimenti”. Per l’Unione Camere Penali Italiane e’ peraltro ”assurdo che, mentre in politica si parla di agenda digitale e nella quotidianita’ ciascuno di noi e’ in grado di documentare visivamente qualsiasi avvenimento con lo smartphone che ha in tasca, si prospetti il ritorno alla verbalizzazione manuale che, tra l’altro, allungherebbe ulteriormente i tempi processuali. Siamo al paradosso per cui processi importanti e complessi, conclude la nota, possono essere riascoltati in radio a costo zero per la collettivita’, mentre l’amministrazione pubblica rimane vincolata a contratti di registrazione farraginosi ed onerosi. Comunque vada a finire, e’ certo che il sistema va completamente rivisto ed ammodernato”. Se sol si pensa a quanto si spende per le intercettazioni, a volte anche inutili, e poi si vuol risparmiare su un servizio indispensabile, per permettere alle persone sottoposte a processo di potersi difendere nella maniera più ampia possibile ed, ai giudici emettere sentenze di assoluzione o di condanna giuste! Senza contare che la verbalizzazione manuale delle attività di udienza, così come correttamente paventato dalle Camere penali, provochrerebbe una dilatazione anche tempi dei processi stessi, soprattutto quelli con molti testimoni.
Angelo Ruberto