Pubblicato il: 14 Agosto, 2010

The Boston strangler – The untold story (2008)

Tra gli anni ’60 e ’70 un serial killer ha terrorizzato la città di Boston. Il killer, soprannominato “lo strangolatore di Boston”, era solito soffocare le proprie vittime, sempre donne, con una calza femminile e lasciarla poi annodata in modo particolare al collo della vittima. Tredici sono state le donne assassinate presumibilmente dallo stesso uomo. Dello stesso parere però non è il detective John Marsden, che crede che la mano che ha ucciso non sia una sola, ma siano state persone diverse. E lo deduce da alcuni particolari, dettagli che talvolta sembrano secondari. Un giorno, però, un detenuto, Alfred De Salvo, confessa di essere lui il famigerato strangolatore, che la cittadinanza vorrebbe vedere sulla sedia elettrica. In realtà si tratta di un piano per far soldi. Esistevano infatti una serie di “taglie” per avere informazioni sul killer. De Salvo, su consiglio del compagno di cella e del suo avvocato, aveva confessato per avere popolarità e guadagnare sia con le taglie che con i suoi diritti d’immagine ed, ottenendo l’infermità mentale, non avrebbe neanche rischiato la sedia elettrica. Il detective Marsden intuisce subito che De Salvo non è il vero killer. Ma se allora De Salvo è innocente chi è il vero strangolatore?

“The Boston Strangler” è l’ennesima pellicola che tratta il caso dello strangolatore di Boston. La domanda che sorge è: ce n’era davvero bisogno? È un giallo che di giallo ha ben poco. Le scene talvolta sono proprio banali. Non lascia nulla all’immaginazione, mostra tutto. Anche l’identità del vero killer è svelata già a metà film, o perlomeno l’identità di colui che il regista crede essere il killer. Confrontandolo ad esempio un altro film simile, “Zodiac”, si può notare come “The Boston Strangler” non trasmetta alcuna suspence. Oltretutto, è anche scarso dal punto di vista scenografico. Poco o nulla ricorda gli anni ’60. Se non fosse per le scritte si direbbe che è ambientato nei nostri giorni.

Diego Bonomo

Lascia un commento

Devi essere collegato to post comment.