Pubblicato il: 17 Giugno, 2009

The Mist

themistDopo una violenta tempesta che distrugge parte della sua casa, David si reca in città con suo figlio Billy e il suo vicino di casa per fare provviste e acquistare l’attrezzatura per le riparazioni. Mentre si trova al supermercato, una fitta nebbia scende su tutta la zona, e dalle persone che vi si addentrano iniziano ad arrivare urla lancinanti. David capisce subito che quella nebbia nasconde qualcosa di strano e di sanguinoso: ne avrà la prova quando un commesso verrà risucchiato da tentacoli enormi. Non si può più fuggire da quel negozio: decine di persone, in lotta per la sopravvivenza, ne rimangono intrappolate…

Tratto dal racconto- La nebbia, appunto- del Maestro dell’horror Stephen King, The mist è un horror-thriller ricco di suspence, in un crescendo di tensione che tiene lo spettatore col fiato sospeso. Non è di certo il primo film che ha come protagonista una nebbia assassina, o dei mostri venuti da un altro mondo per distruggere il genere umano, e sotto questo punto di vista riserva poche novità. In realtà ciò che più colpisce della storia è la reazione delle persone rinchiuse nel supermercato: il loro modo di affrontare la paura, la disperazione, la costrizione all’interno di un luogo senza possibilità di uscita. Vengono mostrate tutte le sfaccettature dell’animo umano: l’amore, la solidarietà, l’istinto cieco di sopravvivenza, le debolezze, la follia. Del resto è anche questa la particolarità di Stephen King: la sua capacità di  indagare la mente umana e di raccontarne i lati più nascosti ed estremi, perfettamente resa sotto forma di immagini. L’incubo avviene sia dentro che fuori il piccolo supermercato: se da una parte abbiamo delle creature assetate di sangue, dall’altra c’è una fanatica religiosa che si erge a “messaggera di Dio” riuscendo a compiere l’orrore più grande.  Ad un certo punto spariscono la compassione e il rispetto per la vita altrui. E’la propria salvezza, sia morale che fisica, quello che conta, a costo di tutto: anche del sacrificio di un bambino terrorizzato e innocente. Finale da brivido e colonna sonora che  riesce a sottolinearne l’assoluta tragicità.

Mariangela Celiberti

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