Pubblicato il: 1 Agosto, 2009

The wicker man

wickerman_ornellabalsamo«Sir, have these children never heard of Jesus?»
«Himself the son of a virgin, impregnated, I believe, by a ghost.»

Il sergente Howie (Edward Woodward) è un integerrimo cristiano; uomo di poche parole, asciutto nei modi, severo nei giudizi, indaga sulla scomparsa della giovane Rowan Morrison da una bizzarra isola scozzese, ricca di rigogliosa vegetazione e densa di misteri e stranezze: il cimitero non è consacrato, i bambini imparano a scuola il significato del simbolo fallico, le vergini danzano nude intorno al fuoco. Il potere è detenuto dal carismatico Lord Summerisle (Christopher Reeve), guru spirituale degli isolani e ministro delle cerimonie pagane. Gli abitanti dell’isola non sembrano voler collaborare alle indagini e Howie si rende conto di essere più che solo, e solo alla fine capirà quanto. The Wicker man è un film del 1973 di Robin Hardy e colpisce sotto molteplici punti di vista: anzitutto per la colonna sonora, composta e arrangiata da Paul Giovanni; le canzoni si alternano frequenti – al punto da indurre a pensare ad una forma ibrida di musical- tratte anche da motivi popolari pagani. La presenza di immagini inquietanti (la mano del cadavere che brucia, le maschere con fattezze animali, la crudezza delle immagini finali) ha fatto si che questo film sia classificato come “horror”, ed in effetti la suspence, la tensione sottile che coglie lo spettatore, lasciano pensare a qualcosa di più che ad un semplice thriller. Questa pellicola offre anche numerosi spunti di riflessione sul tema della tolleranza religiosa e del senso del credo: ai modi decisamente ostili del sergente Howie, che disprezza apertamente le usanze dell’isola, fanno da contrappunto la lucida cattiveria di Lord Summerisle e dei suoi proseliti. L’ostinazione tutta cristiana del poliziotto risulta agli occhi dello spettatore ridicola almeno tanto quanto le credenze degli isolani, che credono nell’utilità del sacrificio per ingraziarsi il favore degli dei. Ecco quindi che il crudele gioco del cacciatore che si trasforma in preda suscita una certa amarezza nello spettatore, proprio come la vista del sorriso ingenuo e insieme sadico dei bambini di fronte al raccapricciante spettacolo finale. Degna di menzione, la parentesi erotico-musicale della sensualissima scena in cui l’attrice svedese Britt Ekland danza nuda, cantando una nenia ammaliante (Willow’s song) alla quale il casto poliziotto resiste a stento.

Ornella Balsamo

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