Tremila in marcia per la giustizia: chiesti diritti e doveri per tutti
“Diritti e Doveri. Per tutti” è lo slogan della diciassettesima marcia per la giustizia programmata dall’associazione di solidarietà internazionale Rete Radiè Resch per lo scorso 11 settembre. Una lunga camminata tra i comuni pistoiesi di Agliana e Quarrata, le cui strade si trasformano ogni anno in luoghi di confronto e riflessione. Così anche per l’edizione 2010, grazie all’adesione di 35 associazioni e 40 Comuni, oltre che alla partecipazione di circa tremila persone, fra le quali personalità di spicco del mondo della cultura, della socialità e della legalità. In primis Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica di Torino, da dieci anni presente alla manifestazione, il quale dal palco di piazza Risorgimento si è soffermato sul blocco del dibattito sulla giustizia, “causato dall’ossessione di Berlusconi per i suoi processi”, sottolineando il passaggio dal lodo Alfano, al legittimo impedimento, fino a giungere al processo breve, “da leggersi processo ucciso prematuramente”. Francuccio Gesualdi, esponente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ha invece spostato l’attenzione sulla monetizzazione della società, in base alla quale “se non hai potere d’acquisto non vali”. Un meccanismo da capovolgere secondo l’economista Riccardo Putrella mediante una “decisa battaglia per i beni comuni, i cui costi devono essere coperti con la fiscalità e non con le privatizzazioni, come avviene peraltro con i costi dell’esercito”. Apprezzato dal pubblico anche l’intervento di Davide Cerullo, autore del libro “Ali Bruciate. I bambini di Scampia”, giunto in Toscana per raccontare la sua esperienza nel difficile quartiere napoletano, segnata da un’infanzia al servizio della malavita. “Uno scampato alla camorra”, convertitosi alla legalità dopo la triste esperienza del carcere, che oggi si batte per la libera giovinezza degli altri. Una lotta dura, al pari di quella in favore dei migranti portata avanti da Cecile Kyenge Kashetu, medico oculista congolese che vive da anni in Italia ed ha provato sulla propria pelle “la difficoltà di chi è diverso a farsi riconoscere dei diritti in questo paese”. Spunti di riflessione impreziositi anche dagli interventi dello scrittore Erri De Luca, dal missionario Giuliano Zattarin, dal monaco benedettino brasiliano Marcelo Barros e da Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”, associazione contro le mafie.
Andrea Bonfiglio