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Turismo sessuale: moda da cancellare

Un fenomeno dilagante, in continua crescita, che non accenna ad arrestarsi e che sembra essere incontrollabile. Stiamo parlando del turismo sessuale, ossia di quella pratica becera con cui pseudo-turisti si recano in Paesi in via di sviluppo, ad alta attrattiva turistica, non per godersi le splendide atmosfere e le tradizioni di questi popoli, ma per un mero godimento fisico e personale, per trasgredire fregandosene degli effetti che ciò provoca su chi subisce questa “trasgressione”. La notizia di questi giorni è che, in Europa, gli italiani sono risultati essere i maggiori beneficiari di questa nuova moda. Infatti, secondo i dati di Ecpat Italia, sono ben 80 mila i nostri connazionali che ogni anno cercano sesso e soddisfazione in luoghi lontani, con un giro d’affari di quasi 250 miliardi di euro. Numeri da capogiro che uniti a quelli riguardo alle infezioni causate da questi rapporti (sono 300 mila i casi di Hiv provocati da questi “signori”) danno un contorno straziante a tutta la faccenda. Una piaga sociale di cui non si riesce ad aver ragione: tutto ciò non fa altro che offendere la dignità di chi è costretto a subire, di quelle donne che sono consenzienti per bisogni economici o magari perché obbligate da qualcuno più in alto di loro. Ma soprattutto, mortifica l’animo di chi approfitta delle condizioni di disagio e di ignoranza, per soddisfare bisogni e passioni, per godere all’infinito, per divertimenti senza fine con le prostitute locali. Molte associazioni si stanno muovendo per portare all’onore delle cronache questo fenomeno, ma purtroppo il loro impegno, seppur necessario ed importante, non è sufficiente. E forse neanche un impegno radicato e convinto dei vari governi potrà far cambiare le cose. Dico questo perché il turismo sessuale è ormai diventato un fenomeno sociale “normale”, naturale ed è solo una conseguenza del nostro agire quotidiano: perché se ognuno di noi ritiene la soddisfazione sessuale come una condizione fondamentale della nostra vita, di tutto ciò il turismo sessuale diventa solo una sfumatura; per carità, inaccettabile, ma comunque attesa e prevedibile. Ecco, allora, che per poter risolvere il problema, sarebbe necessario cambiare la nostra mentalità, ma si è detta la stessa cosa anche per tentare di risolvere altri inquietanti fenomeni come la mafia e la camorra, e, almeno fino adesso, l’obiettivo è fallito. Con questo non voglio assolutamente dire che bisogna rassegnarsi, ma che il principio di partenza di questa lotta deve essere un altro, ben più profondo: bisognerebbe cancellare il collegamento tra l’appagamento sessuale dei turisti ed il ritorno economico delle povere prostitute. Come? Impegnandosi seriamente per abbattere la dilagante povertà che affrange questi Paesi, che è poi la vera causa di tutto.

Massimiliano Mogavero