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Un grido (precario) nel silenzio

Il sottotitolo ideale sarebbe: speriamo che il silenzio non rimanga tale. I precari catanesi, i giovani disoccupati, gli studenti e tutti coloro che si trovano a vivere una situazione di forte disagio vogliono rompere il muro di silenzio e di indolenza tipicamente siciliana e farsi sentire. Così, durante il congresso del Pd svoltosi ieri (28 settembre) alle Ciminiere in presenza dell’on. Bersani e di molteplici figure di spicco nel panorama politico, i rappresentanti del Provveditorato Occupato, i ragazzi dell’Istituto d’Arte, i tanti disoccupati, hanno preso parola, esposto i propri problemi, gridato la propria indignazione, la propria emarginazione. Infatti, ci spiega la signora Carmen Coco del gruppo “Provveditorato di Catania Occupato” «tutte queste nostre proteste stanno passando sotto silenzio, praticamente ignorate dai telegiornali; siamo stati attenzionati dalla stampa locale, ma non da quella nazionale; noi rappresentiamo la spina nel fianco dell’attuale Governo, la prova evidente di quanto i problemi siano presenti e irrisolti, e vogliono metterci a tacere. E’ per questo che saremo presenti in tutto il territorio, in via Coviello 24 ore al giorno, e in tutte le scuole: per difendere non solo il nostro posto di lavoro, ma anche la qualità dell’istruzione, che è uno dei pilastri fondamentali  su cui si regge uno Stato». Hanno fatto sentire la propria voce anche studenti e docenti dell’Istituto d’Arte, travagliati dallo sfratto dalla storica sede in via Crociferi. Un docente dell’istituto spiega come la scelta di trasferire gli studenti alla sede di Librino generi solo difficoltà: per i gli studenti pendolari innanzitutto, data la difficoltà per molti di essi, che giungono già in centro con il pulman, ad arrivare in orario alle lezioni; per gli studenti tutti, essendo insufficiente il numero di aule, 24, per le 40 classi presenti; per la didattica stessa, data l’inadeguatezza dei nuovi locali, privi di laboratori.

Continuerà l’occupazione al Provveditorato, continueranno i sit-in, le proteste, dopo la grande manifestazione del 3 Ottobre a Roma? Ma soprattutto, verrà infranto questo muro di silenzio? Quasi inutile suggerire, a voce alta, la risposta “sì”.

Ornella Balsamo