Un veloce zoom su Catania nei primi anni del ‘900
Quando si tenta di attuare una costruzione storica della Sicilia gli storici si trovano sempre a dover fare i conti con un’identità complessa, contraddittoria per certi versi, resa più impervia dall’apporto del mito letterario. Ma proviamo a fare un breve e veloce zoom sui primi anni del ‘900. L’ammodernamento dell’Isola era evidente agli inizi del secolo XX: i caratteri di questo processo potevano essere individuati sotto l’aspetto civile e sotto quello urbanistico (nobilitazione di piazza Stesicoro e il progetto di far del Castello Ursino un grande museo nazionale). Eppure a quella Sicilia moderna e dinamica si oppone l’immagine di uno spazio archeologico, destinato ad attrarre i turisti (immagine che disegnò ad esempio De Roberto nella sua guida di Catania, illustrata dalle foto di Martinez). Tuttavia i cambiamenti, a livello urbanistico, furono compiuti: la crescita di quartieri ‘nuovi’, come quello di Picanello. Nel 1908 si notava l’attuarsi di un rilancio edilizio, così come l’esistenza di vaste piazze e la sostituzione dei tram alle carrozze. Si operò inoltre sui quartieri più in ritardo attraverso il tanto agognato risanamento (in particolare dell’Idria, della Civita e di Angelo Custode). Ma il 1908 fu anche, del resto come dimenticarlo, l’anno del disastroso terremoto di Messina, che si tradusse in un afflusso inarrestabile di superstiti e in un’estenuante assistenza ai profughi da parte della città di Catania. Gli anni 1907-1908 furono quindi caratterizzati da un clima contraddittorio, in cui accanto ad avvenimenti importanti, come quello dell’Esposizione Internazionale, coesisteva l’ombra degli eventi cupi accaduti (il terremoto di Messina e la caduta dell’occupazione). Fu quello il momento in cui Pirandello, secondo Sciascia, cominciò a scrivere I vecchi e i giovani. A questo momento difficile si aggiunse poi lo scenario drammatico della guerra di Libia, che, però, per quanto potesse essere moralmente opprimente, non toccò mai il grado di disperazione del conflitto mondiale che da lì a qualche anno sarebbe poi esploso.
Sabina Corsaro