Una gioventù allo sbando
I tempi delle tanto agognate passeggiate in centro – unica occasione, per molti, di ricerca dell’anima gemella – sono ormai un ricordo lontano, un’immagine in bianco e nero che sbiadisce dentro il vecchio album della memoria. Oggigiorno la brama degli adolescenti è rivolta altrove. Le camminate in compagnia degli amici – sovente concesse in passato, specie alle ragazze, soltanto sotto l’attento sguardo di un fidato familiare – non rappresentano più il top del divertimento. Ad attirare l’attenzione dei teen-ager c’è ben altro ormai, come ampiamente testimoniato dal recente rapporto dell’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. All’interno di una globale tendenza all’aumento dell’utilizzo di queste sostanze, l’Italia si colloca al terzo posto per consumo di cocaina (preceduta da regno Unito e Spagna) ed al primo per quello di cannabis (ex aequo con la Spagna). L’allarme maggiore riguarda proprio i giovanissimi, poiché nella fascia d’età fra i 15 ed i 24 anni i consumatori della polvere bianca si attestano al 3.3%. Non resta dunque che prendere atto della situazione attuale, che fa proprio dei giovani le principali vittime delle nefaste mode diffuse nel bel paese, e non solo. Una simile presa di coscienza, tuttavia, sarebbe stata opportuna anni addietro, quando preoccupanti indicatori sostavano già da tempo sotto gli occhi di tutti. Il titolo di nazione col minor numero di lettori o il maggior tasso di bambini obesi avrebbe dovuto suscitare una certa preoccupazione sul futuro, giacché, evidentemente, quel particolare momento storico non stava creando le premesse e gli stimoli per fornire adeguate opportunità di sviluppo: culturali, sportive o terze che fossero. Non sorprenda, dunque, che quanti non hanno trovato stimolante la via dell’arte, dello sport o qualsiasi altra strada costruttiva abbiano scelto passatempi sventurati. Gli atti di vandalismo verso componenti urbane, il lancio di sassi dai cavalcavia, l’hobby di incendiare i senzatetto o le violenze di gruppo sono i nitidi esempi di una generazione che continua a barcollare sull’instabile filo dello sbando.
Andrea Bonfiglio