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Lo Schiaffo: una voce nel silenzio

Comunicare, informare, in modo chiaro e limpido; è questo il presupposto che ogni canale informativo che si rispetti deve avere. Oggi l’informazione è sempre più soggetta a manipolazioni più o meno evidenti, a scapito della libertà e della verità. Ma quando elementi cardini come la trasparenza e l’autonomia supportano la scrittura più o meno giornalistica, allora in quel caso nasce l’Informazione. Ed è a questo tipo di informazione che è legato il sito che da qualche anno è venuto alla luce tra i meandri telematici: Lo Schiaffo. Composto da una redazione di cinque elementi (Sabina Corsaro, Girolamo Ferlito, Gian Maria Ferlito, Maria Grazia Pappalardo, Alessandro Cocuzza), supportato da efficienti collaboratori provenienti da tutta Italia e da varie categorie professionali,   compresi Esperti di varie discipline, Lo Schiaffo, graficamente allettante,  nasce per fare luce sulle ‘zone d’ombra’. Il webzine è svincolato da qualsiasi etichetta politica ed erge unicamente come voce del “non detto”, di ciò che viene tenuto celato, per comodità o per semplice indifferenza. Pur comprendendo una serie di rubriche dalle svariate tematiche, il nucleo su cui si imposta la sua linea editoriale è caratterizzato dall’attualità nei suoi molteplici aspetti. Esso, difatti, spazia dall’attenzione rivolta al territorio siciliano (implacabile disoccupazione, terremoti politici che hanno vita nei periodi elettorali, dichiarazioni di studenti universitari) a quella verso realtà più lontane. Il contesto sociale e geografico su cui si sofferma il webzine è quello in cui vige il bisogno di una voce a dispetto di quel mare sconfinato su cui sovrasta il silenzio indescrivibile. Quella voce, all’interno del webzine, si traduce inoltre in un coro di opinioni e considerazioni sui vari aspetti culturali della società contemporanea, e dà vita a commenti che spesso sfociano al sano dibattito inteso come strumento di comunicazione tra le diverse coscienze e culture. E in un momento come questo, in cui questo confronto è sempre più assente, a vantaggio di una sterile aggressività o di un insopportabile silenzio, esso rappresenta un’auspicabile e necessaria via d’uscita.

Il Direttore  Editoriale