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Università del Sannio, la situazione esasperante degli studenti di Biologia

Disorganizzazione, strutture inadeguate, tasse alle stelle: gli studenti della facoltà di Scienze Biologiche dell’Università del Sannio si trovano costretti a rimbalzare tra questi annosi problemi. Nata nel 1998, la facoltà attualmente ha sede in un ex convento delle Suore Battistine, nella zona periferica della città di Benevento, distante circa due chilometri sia dal terminal degli autobus che dalla stazione ferroviaria. Gli studenti che abbiamo ascoltato lamentano in particolare la mancanze di aule adeguate e lo scarso utilizzo dei laboratori. «Penso che situazioni del genere si verifichino solo qui – ci racconta Andrea, studente al secondo anno fuori corso – Seguire un corso ormai è diventata un’impresa visto che ci raggruppano in aule piccolissime, completamente prive delle basilari norme di sicurezza; per di più siamo senza condizionatori, necessari in una città che nel periodo estivo supera i 30 gradi di temperatura, con un tasso di umidità altissimo!». Laura, studentessa iscritta all’indirizzo di Biotecnologie, evidenzia il mancato utilizzo dei laboratori: «Mancano tre esami prima di riuscire a laurearmi, ma mi credete se vi dico che non sono mai entrata in un laboratorio? Eppure sono 4 anni che “giro” in questa università. E noi dovremmo essere gli analisti del futuro e non sappiamo che cosa sia una pipetta o come utilizzare un becco bunsen!». Una situazione che, ogni anno, diventa sempre più aberrante perché, nonostante tutti i problemi e i malfunzionamenti, le tasse continuano ad aumentare: «Quest’anno il massimale delle tasse ha raggiunto i 1300 euro – continua Laura – registrando un aumento del 10%. Io mi domando se sia giusto equiparare le tasse alle altre facoltà presenti in città, visto che noi non abbiamo a disposizione le loro strutture e le loro comodità. Per di più, gli studenti di geologia devono pagarsi di tasca propria le escursioni obbligatorie, previste nel proprio corso di studio. Se a ciò ci si aggiunge che l’Adisu (l’ente preposto al pagamento delle borse di studio n.d.r.) sono tre anni che non versa i corrispettivi delle borse di studio ci si può facilmente rendere conto di come la nostra situazione sia paradossale». In particolare quest’ultima questione è necessario che venga approfondita a dovere. Come detto, l’Adisu è un ente che fa capo alla Regione Campania e si occupa di stilare le graduatorie e decidere gli assegnatari dei rimborsi. È dal 2007 che non distribuisce più le borse di studio; il problema non è la mancanza di fondi, ma la scarsa disponibilità di personale che provoca ritardi nella determinazione delle graduatorie definitive. E fin quando non verrà risolto questo problema, gli studenti non vedranno un euro.

Massimiliano Mogavero